Wise Society : Gli chef italiani alleati contro la fame

Gli chef italiani alleati contro la fame

di Mariella Caruso
2 Novembre 2016

Da Enrico Crippa a Cristina Bowerman sono 28 tra ambasciatori e chef in azione ad aderire all'iniziativa "Ristoranti contro la fame" e raccogliere fondi contro la denutrizione

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Sono 3 milioni e mezzo i bambini che muoiono ogni anno nel mondo per la fame e 52 milioni i bambini che soffrono di malnutrizione, Foto: Ufficio Stampa Action Against Hunger (ACF)

«In un momento in cui il food riempie copertine e palinsesti televisivi dobbiamo ricordarci che nutrirsi è un diritto universale». Enrico Crippa, chef tristellato del ristorante Piazza Duomo di Alba, lo ha spiegato lanciando la campagna Ristoranti contro la fame. Fino al 31dicembre cuochi e ristoratori di tutta Italia raccoglieranno fondi da devolvere in beneficenza ad Azione contro la fame, organizzazione umanitaria internazionale impegnata a combattere la fame nel mondo e ad aiutare bambini malnutriti, fornisce accesso all’acqua potabile e soluzioni sostenibili per combattere la mancanza di cibo.

LA MALNUTRIZIONE INFANTILE – Sono 3 milioni e mezzo i bambini che muoiono ogni anno per la fame e la malnutrizione che, di fatto, non è una malattia ma una condizione che si può prevenire. Attualmente sono 52 milioni i bambini che soffrono di malnutrizione, di questi19 milioni subiscono le conseguenze della malnutrizione acuta grave che porta in eredità 1 milione di morti all’anno. Azione contro la fame opera in 47 Paesi attraverso centri che si preoccupano di assicurare acqua potabile, cibo, cure mediche e formazione alle famiglie che non hanno accesso al diritto della nutrizione. «Rispettare la fame è rispettare il cibo. Non ci può essere distinzione fra cibo e uomo poiché uno non ha ragione di “esistere” senza l’altro”», spiega il presidente dell’Associazione professionale cuochi italiani, Roberto Carcangiu, che è tra gli chef ambasciatori della campagna.

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Ristoranti Contro la Fame (Foto Ufficio Stampa)

GLI CHEF ADERENTI – Accanto a Roberto Carcangiu si sono schierati altri ventisette chef, tra ambasciatori, sostenitori e in azione, che hanno sposato in prima persona l’iniziativa approdata in Italia soltanto due anni fa, ma già attiva da tempo in Spagna, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Perù e Canada. Tra questi, oltre Enrico Crippa, ci sono anche Claudio Sadler, Cristina Bowerman, Andrea Ribaldone e Daniel Canzian. Ai clienti dei ristoranti aderenti, la cui lista è consultabile qui si chiede di donare la quota di due euro per “aggiungere un posto a tavola” invitando idealmente al proprio tavolo qualcuno che soffre la fame. I ristoratori, invece, offriranno un piatto o un menù solidale, al quale associare una propria donazione. «Siamo entusiasti che in tutto il nostro Paese così tanti grandi ristoranti e chef si stanno mobilitando per un obiettivo comune. Insieme possiamo davvero contribuire a mettere la parola fine alla malnutrizione infantile nel mondo», dice Simone Garroni, direttore generale Azione contro la Fame Italia. L’obiettivo per il 2016 è quello di superare i 35.000 euro raccolti nel 2015 che sono serviti, tra le altre cose, a far “rinascere” Margaret. La piccola, che a un anno pesava appena 5 chili e 400 grammi, grazie alle donazioni della campagna italiana di un anno fa, nel centro di nutrizione di Moyamba, gestito da Azione contro la Fame con un’apposita terapia nutrizionale: in dieci giorni la piccola è arrivata a pesare 6 chili.

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