Wise Society : Valter Longo: «Il digiuno è antiaging»
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Valter Longo: «Il digiuno è antiaging»

di Valentina Schenone
22 Ottobre 2014
SPECIALE : I segreti della longevità

Secondo il professore di gerontologia alla University of Southern California, due-tre giorni di digiuno totale proteggono le cellule staminali dalla terapia antitumorale e dall'invecchiamento

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Di digiuno si parla di continuo, lo stesso professor Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Ieo di Milano, ne ha tessuto le lodi nel suo libro “La dieta del digiuno”, dove sostiene che un giorno o due di digiuno completo a settimana sia “una strategia di prevenzione e un segreto di longevità”, oltre che un caposaldo per raggiungere il benessere psicofisico. E anche gli studi confermano: l’astinenza dal cibo induce la rigenerazione del sistema immunitario, risvegliando le cellule staminali dormienti e portandole a uno stato di auto rinnovamento.

Lo sostiene anche lo scienziato italiano Valter Longo, direttore del Longevity Institute e professore di gerontologia e scienze biologiche alla University of Southern California a Los Angeles e Senior Group Leader all’Istituto IFOM di Milano, nella sua ricerca pubblicata su Cell Stem Cell (http://www.cell.com/cell-stem-cell/home).

Wisesociety.it lo ha intervistato per capire come il digiuno ci aiuta a vivere più a lungo.

Perché il digiuno fa bene?

La mia ricerca ha evidenziato l’azione del digiuno sul sistema immunitario di pazienti malati di cancro. Due-tre giorni di digiuno totale, a base di sola acqua, da seguire prima e dopo i giorni di terapia, protegge le cellule staminali dalla terapia antitumorale e dall’invecchiamento. L’alternanza di cicli di digiuno e dieta normale ha la capacità di rigenerare gran parte del sistema immunitario distrutto da chemioterapia ma anche sottoposto al processo di invecchiamento. Digiunando, le cellule sane entrano in fase protetta (anche contro la chemioterapia), mentre quelle tumorali non hanno interesse a proteggersi ma fanno il loro lavoro, si dividono e poi muoiono. La cellula normale aumenta gli antiossidanti interni e altri fattori protettivi e probabilmente pompa fuori le molecole tossiche. Le cellule del cancro invece nel tentativo disperato di dividersi pur non avendo i nutrienti per farlo abbassano le difese e muoiono facilmente soprattutto in abbinamento alla chemioterapia.

In quali altri ambiti, oltre a quello oncologico, può essere utile il digiuno?

In diversi ambiti, ad esempio può essere utile per i malati di Alzheimer. Il problema, in questo caso, può essere costituito dall’età del paziente. E ancora, contro l’invecchiamento in generale, nei casi di diabete, nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Ma come si possono ritrovare i benefici evidenziati dai risultati di questi studi nella vita quotidiana?

Il digiuno di può seguire anche a casa propria. In condizioni buone di salute, un giorno alla settimana di astinenza dal cibo può essere seguita senza problemi. Nel caso si voglia prolungare il digiuno, è invece necessario rivolgersi al proprio medico o appoggiarsi a una clinica.

Esistono controindicazioni?

Sì. Non può sottoporsi a digiuno chi ha problemi metabolici, i diabetici, gli ipotesi. In alcuni casi si può ricorrere a diete restrittive (700-100 calorie), adatte per chi deve perdere peso e ha problemi come ad esempio l’ipertensione. Una volta raggiunto lo stato di salute ottimale, si può procedere con un breve digiuno ogni sei mesi.

Quali possono essere i pericoli di un digiuno?

Soprattutto nei mesi più caldi, svenimenti, ipotensione, ipoglicemia.

Image by iStockAl di là del digiuno, qual è la dieta corretta da seguire per la salute e la longevità?

Quella che seguivano i contadini del sud Italia 70-80 anni fa: ricca di verdure e legumi, con pochi formaggi e componenti animali, poche carni o niente o poco latte. Verdure, legumi, carboidrati integrali, frutta e pesce quando c’è. L’idea che dobbiamo mangiare cinque volte al giorno è assurda. Le ricerche secondo cui si stabiliscono queste teorie sono spesso basate solo su alcuni aspetti, spesso con una visione a breve termine. E’ invece necessario adottare una strategia multi-disciplinare fondata sulla biogerontologia prima di stabilire quale dieta e’ adatta ad ottimizzare la durata e qualità della vita.

Cosa ne pensa del fenomeno China Study? E della scelta di essere vegetariani?

T. Colin Campbell ha fatto delle predizioni importanti ma ha anche mescolato ideologia con scienza, non ha effettuato studi clinici e non ha definito quando una particolare dieta e’ importante. La sua teoria è basata principalemente sulla riduzione della quantità di proteine a tutte le età, ma la restrizione proteica è indicata solo fino a una certa età, poi no. La persona anziana beneficia di un apporto di proteine aumentato anche se pur sempre moderato. Inoltre non considera l’importanza di non escludere il pesce dalla dieta, né sottolinea sufficientemente le carenze di vitamina B12 e del calcio e di altri micronutrienti che spesso sono la conseguenza di un estremo cambio di dieta come quello descritto nel China study.

Oltre alla dieta, quali sono le altre componenti che possono agire su longevità e malattie?

Diciamo che l’alimentazione ha il 50 per cento dell’importanza. Il restante 50 per cento è rappresentato dagli altri fattori: stile di vita, esercizio fisico, aspetto sociale.

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