Wise Society : Una task force europea per le malattie da inquinamento ambientale
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Una task force europea per le malattie da inquinamento ambientale

di Lia del Fabro
27 Gennaio 2012

Le malattie ambientali sono in crescita in tutti i Paesi della Ue. Il medico tedesco Peter Ohnsorge, presidente dell'Europeam, racconta qual è la situazione, fuori dall'Italia e come si può affrontare l'emergenza. Lavorando in équipe

Peter OhnsorgeLe conseguenze sulla salute derivate da problemi di carattere ambientale stanno interessando un numero sempre maggiore di persone nel mondo con la conseguenza che molte nuove malattie hanno urgenza di essere diagnosticate e quindi curate. Per capire cosa sta accadendo fuori dall’Italia, abbiamo sentito il medico tedesco Peter Ohnsorge, presidente dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale, che si batte per accrescere il livello di consapevolezza di medici, istituzioni e organizzazioni del sistema sanitario pubblico nei confronti della medicina ambientale, a livello internazionale, e in particolar modo europeo. Ohnsorge, medico specializzato in medicina ambientale, molto attivo sul fronte della promozione e delle iniziative per la difesa della salute dall’inquinamento ci permette di comprendere come è vissuta la medicina ambientale nel suo Paese, secondo il punto di vista sia dei medici sia dei cittadini.

La situazione in Germania e negli altri Paesi UE

 

 

 

Qual è il livello di attenzione dei medici in Germania nei confronti della medicina ambientale clinica?

Posso dire che non è ancora sufficiente, soprattutto se messo a confronto con l’interesse sempre crescente da parte dei cittadini su tematiche relative all’ambiente e collegate alla salute. Ma c’è anche da sottolineare che è in costante aumento. L’attenzione è maggiore da parte di medici che si occupano di medicina naturale (Naturheilverfahren) riconosciuta come “specializzazione”, e anche di coloro che si occupano di medicina non convenzionale.

 

Cosa si fa in Germania per la formazione dei medici all’università e per la loro specializzazione?

Image by © Images.com/CorbisA livello universitario esistono, come in Italia, materie di studio previste dal corso di laurea anche se alcune sono facoltative, e i corsi di specializzazione “classici” come ad esempio in Medicina del lavoro, Igiene e Medicina preventiva, Tossicologia, che comunque differiscono dal taglio e dall’approccio che troviamo nella Medicina ambientale clinica. La cui peculiarità è quella di fornire la possibilità concreta di formulare diagnosi e quindi impostare terapie in relazione a patologie correlate a problematiche di tipo ambientale che, lo sottolineo, sono in continua crescita. Per quanto riguarda i corsi post-laurea faccio l’esempio di dove vivo io, in Baviera, in cui, come in altri Länder, esistono dei percorsi in Medicina ambientale, riconosciuti dall’Ordine dei medici locali, che rilasciano diplomi in cui si attesta che il medico è esperto in questa materia. Si tratta di una sorta di specializzazione.

E dal punto di vista dei cittadini com’è la situazione?

Anche da parte dei cittadini si registra un crescente interesse nei confronti della medicina ambientale clinica. Spesso i pazienti vanno dal medico per problemi relativi a fenomeni di tipo allergico, di intolleranza o incompatibilità verso alimenti e sostanze chimiche e prendono coscienza del ruolo che riveste l’ambiente nel determinare queste situazioni. Non sempre ciò avviene direttamente attraverso l’intermediazione del medico al quale si sono rivolti perché, come ho detto prima, non tutti i medici sono stati formati e quindi sono pronti ad affrontare i nuovi concetti che derivano dalla medicina ambientale. In questo caso, comunque, vale la pena sottolineare il ruolo della Rete che è fondamentale per far circolare informazioni importanti e scientificamente valide e di cui il paziente può disporre con una certa facilità.

Il ruolo importante di cittadini e associazioni

 

 

E cosa si fa per accrescere il livello di sensibilità dell’opinione pubblica su questi temi?

Image by © ER Productions/CORBISEsistono moltissime iniziative private che ruotano attorno ad associazioni di pazienti affetti da patologie sicuramente correlate con l’ambiente, ad esempio la Sensibilità Chimica Multipla, la Fibromialgia, la Sindrome da fatica Cronica e molte altre. Associazioni come la BUND (Associazione per la protezione di natura e ambiente che raccoglie biologi, medici, chimici, sociologi, fisici) giocano un ruolo molto importante per la divulgazione di notizie, per l’informazione dei cittadini anche attraverso incontri, seminari, convegni, e vengono anche consultate dagli organi politici e amministrativi in occasione della promulgazione di determinate leggi. E poi, negli anni ’90, vi è stato un grosso impulso alla presa di coscienza dei cittadini in relazione a tali problemi grazie al lavoro del partito dei Verdi.

 

Che cosa pensa dell’azione delle istituzioni e della politica verso la medicina ambientale nel suo Paese?

Se guardiamo in generale alla partecipazione a titolo attivo da parte della politica in relazione a tali temi, dobbiamo dire che è molto scarsa. Comunque, come dicevo, vi sono molte organizzazioni non governative e associazioni private che si occupano in maniera professionale, scientifica ed equilibrata, dei problemi relativi ad ambiente e salute, e da queste organizzazioni partono iniziative e spunti diretti anche alle istituzioni ed alla politica. Da parte della “base” esiste quindi un certo fermento e questo è un aspetto molto positivo.

Qual è la posizione della medicina ufficiale nei confronti della medicina ambientale in Germania?

Purtroppo allo stato attuale non vi è ancora una collaborazione fattiva tra medicina cosiddetta ufficiale e la medicina ambientale. Da una parte, come dicevo prima, vi sono corsi di Medicina ambientale ufficialmente riconosciuti, dall’altra non si è ancora giunti a una traduzione concreta nella pratica clinica in ambito universitario delle nuove conoscenze che ci fornisce la medicina ambientale. Ciò è dovuto in gran parte alla carenza di informazione su tali temi e alla scarsità di formazione dei medici durante gli studi universitari su queste tematiche. Eppure si tratta di nozioni scientifiche che fanno parte a pieno titolo delle conquiste della scienza moderna.

Come accedere alle cure giuste

 

 

 

Se un cittadino tedesco vuole sostenere un esame clinico per verificare intolleranze o intossicazioni ambientali a chi si rivolge? Qual è il percorso che può seguire?

Image by © Louie Psihoyos/Science Faction/CorbisIl primo passo è in genere quello di recarsi dal proprio medico di famiglia, il quale a sua volta (se ne è al corrente ma non accade in tutti i casi) indirizza il paziente a un medico esperto in medicina ambientale clinica. Altrimenti è il paziente che in prima persona, magari grazie a conoscenze personali o al web, riesce a rivolgersi ad uno specialista in questa materia.

Quali sono le cure cui ricorrono i medici quando si trovano di fronte a patologie di origine ambientali?

In primo luogo si tratta di pensare alla possibilità che i problemi presentati dal paziente possano essere collegati a cause di tipo ambientale. Poi si tratta di utilizzare le moderne analisi di laboratorio e strumentali, alle quali si può ricorrere piuttosto agevolmente in Germania rispetto all’Italia, per confermare il sospetto diagnostico. A questo punto il cardine della terapia è la riduzione o, anche meglio, lo stop all’esposizione delle sostanze incriminate. Si deve poi procedere ad eliminare tali sostanze se ancora presenti nell’organismo, e questo si può fare in maniera specifica (appositi antidoti come ad esempio i chelanti per i metalli pesanti) e in maniera aspecifica, migliorando cioè la capacità che ha l’organismo di liberarsi delle sostanze nocive in esso presenti, potenziando ad esempio i sistemi di difesa enzimatico ed immunitario. Naturalmente le terapie sono moltissime ed in questa sede è impossibile trattarle più in dettaglio.

In Germania, sono utilizzati il mineralogramma e le successive cure di riequilibrio dei minerali?

Il mineralogramma rientra nei possibili approfondimenti diagnostici e fa parte dell’armamentario del medico in Germania. Quando l’analisi riesce ad evidenziare un deficit di minerali importanti per le funzioni che normalmente questi svolgono nell’organismo, ci fornisce allo stesso tempo indicazioni per un loro corretto riequilibrio. Spesso ciò che si riscontra è una loro elevata presenza, tipica delle patologie correlate all’ambiente. Nel momento in cui il mineralogramma rileva un carico, ad esempio, di metalli pesanti, suggerisce una terapia che preveda tra l’altro l’impiego di sostanze chelanti (ndr disintossicanti).

Cosa sta facendo l’Accademia Europea di Medicina Ambientale

 

In Europa, come presidente dell’Europaem, come giudica il livello di attenzione verso questo tipo di medicina nei diversi Paesi?

Purtroppo in Europa, e la situazione è analoga anche in Paesi extraeuropei che a vario titolo si stanno avvicinando a trattare le problematiche relative ad ambiente e salute, quando si pensa a medicina ed ambiente si è ancora troppo spesso ancorati ai concetti di Igiene e Medicina preventiva. Non nel senso che questi aspetti non siano importanti e non abbiano una loro collocazione ben precisa in ambito medico. Ma quello che manca è il passaggio alla Medicina ambientale clinica, con la possibilità di fare diagnosi e terapia attraverso l’identificazione, con metodiche scientifiche e riconosciute in campo internazionale, di tutte quelle concause che contribuiscono a determinare gran parte delle patologie, soprattutto quelle croniche, con cui i medici hanno a che fare giornalmente. E mi riferisco al ruolo delle sostanze chimiche quali insetticidi, pesticidi, coloranti, conservanti e così via; al ruolo dei metalli pesanti; delle nanoparticelle; delle muffe; dell’elettrosmog; degli organismi geneticamente modificati per citarne alcuni. Ciò che auspichiamo, e per cui si sta battendo da anni l’Accademia Europea di Medicina Ambientale (www.europaem.org) è proprio il raggiungimento di una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini su tale tematiche, e la possibilità che i medici, opportunamente formati, siano in grado di affrontare le esigenze attuali dei pazienti, quelle cioè di persone che si ammalano in gran parte a causa di problematiche strettamente connesse all’ambiente in cui viviamo. Europaem ha da poco costituito un gruppo di lavoro, una “task force” internazionale, cui partecipano rappresentanti di vari Paesi europei, con l’obiettivo di realizzare corsi di formazione in Medicina ambientale in alcuni paesi europei, sulla falsariga della formazione che da anni viene effettuata in Germania. Alla prima riunione hanno partecipato rappresentanti di Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Lussemburgo, Francia, Austria, Germania, Italia, Spagna, Polonia.  Quello che vorremmo si realizzasse è che ciascuno di questi medici riuscisse in seguito a svolgere un analogo lavoro di formazione e di sensibilità nei confronti di colleghi nell’ambito del proprio Paese.

(In collaborazione con Antonio Maria Pasciuto, medico chirugo, esperto in medicina ambientale e membro dell’Europeam dal 2007)

Image by © Yi Lu/Corbis


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