Wise Society : La vitamina C spiegata da Stefano Pravato: ecco il bioregolatore indispensabile per la vita
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La vitamina C spiegata da Stefano Pravato: ecco il bioregolatore indispensabile per la vita

di Michele Novaga
11 Settembre 2013

Il nostro corpo non la produce ma noi ne abbiamo estremamente bisogno. Ecco perché la nostra dieta non deve prescindere dall'assunzione di Vitamina C

Fondamentale per il corpo umano e per prevenire molte malattie, dallo scorbuto ad alcuni tumori, la Vitamina C è presente in tante tipologie di frutta e verdura e viene assunta anche sotto altre forme. Delle sue straordinarie proprietà, dei benefici per il nostro organismo e di molto altro ne parla nel suo libro Guarire con la Vitamina C  Stefano Pravato che Wise Society ha incontrato.

Perché la vitamina C è importante?

La vitamina C è tra quelle che gli esseri umani non possono sintetizzare all’interno del proprio corpo. Tale svantaggio è condiviso con poche altre specie e, limitandoci ai mammiferi, tra tutte le circa 4500 diverse specie esistenti, siamo in un manipolo ulteriormente ristretto. Fino ai primi anni del 1900, l’unica fonte possibile era quella dietetica, sufficiente, ad esempio, a evitare lo scorbuto conclamato. La successiva sintesi chimica ha reso disponibile questa vitamina in maniera addizionale.

In quali alimenti si trova la vitamina C?

La vitamina C è presente in kiwi, ribes, fragole, meloni, lamponi, cachi, more, broccoli, peperoni, pomodori, finocchio, cavolini di Bruxelles, mirtilli, patate, verdure a foglia verde: lattuga, radicchio, spinaci, prezzemolo. Nella frutta il contenuto di vitamina C è maggiore prima della piena maturazione, conferendo il tipico sapore aspro.

Qual è la dose ideale di vitamina c da assumere? 

Stefano Pravato

Stefano Pravato

In genere, con una dieta variegata ed equilibrata, ne assumiamo abbastanza da non avere sintomi evidenti di scorbuto. Già lo stesso scopritore, Gyorgyi, pensava che l’uso a questo solo fine fosse veramente ristretto.

Oggi sappiamo che il paradigma degli anni ’20-’30, una malattia, una vitamina, era una semplificazione estrema. Una singola vitamina è coinvolta in numerosissime catene di reazioni e determina l’espressione di non uno ma decine e anche centinaia o migliaia di geni. 

Trattandosi di una sostanza il cui assorbimento varia fortemente secondo l’individuo e dello stato di salute, non esiste una tabella applicabile, per esempio, in base all’età, al sesso, al peso.

Aggiungiamo che avere cronicamente il pieno di vitamina C lancia un potente messaggio a tutto il corpo. Gli esseri umani hanno un mirabile organismo biologico che si adegua alle quantità dei nutrienti presenti variando di conseguenza non solo il metabolismo ma addirittura l’espressione genetica. Le dosi raccomandate di vitamina C partono dai 50mg ma le variazioni individuali sono elevatissime. Spesso si tende ad assumerne di più in presenza di un raffreddore conclamato passando da pochi grammi a svariate decine.

Per contrastare quali patologie la vitamina C è particolarmente indicata?

Guarire con la Vitamina CLa vitamina C è stata impiegata da medici che ne hanno sperimentata l’efficacia in molte malattie anche gravi, anche se tali impieghi sono divenuti in larga parte, purtroppo, desueti.

Forse l’esempio più clamoroso è l’impiego che ne è stato fatto nella poliomielite. Si tratta di una malattia per la quale anche oggi il trattamento medico standard offerto va poco al di là della cura caritatevole. Ebbene, alla fine degli anni ’40 ci furono ricercatori che sperimentarono e precisarono protocolli di cura a base di vitamina C: l’americano Klenner, in particolare, curò 60 casi con una percentuale di guarigione del 100%. Un altro esempio d’importante patologia ci proviene dalla storia di un altro medico, il dottor Kalokerinos. Di origine greca, lavorò in Australia nei tempi in cui la mortalità neonatale dei bambini aborigeni era quasi del 50%, e la ridusse drasticamente somministrando vitamina C alle mamme e ai bambini una volta nati.

Egli abbassò drasticamente anche i picchi di mortalità post vaccinali. Mi limito a citare il dottor Klenner quando asseriva che nell’attesa che il medico emetta la diagnosi, intanto si dovrebbe cominciate a somministrare vitamina C. Cosa comprensibilissima, poiché questa sostanza ci appartiene talmente che moriamo, e male, quando ne siamo privi.

E’ meglio assumere solo quella naturale contenuta nella frutta oppure possiamo sostituirla con pastiglie o polveri?

Se vogliamo evitare lo scorbuto, non servono pastiglie o polveri in quanto le piccole quantità richieste si possono ottenere direttamente dalla dieta. Se vogliamo livelli ottimali dobbiamo raggiungere concentrazioni sanguigne che si ottengono solo ingerendo quantitativi che rendono impossibile il ricorso alla forma biologica della frutta e della verdura. Sto parlando di quantità da 2 grammi in su, per cui, ipotizzando di mangiare arance che abbiano 50 mg, dovremmo ingerirne più di 40 al giorno.

A coloro che vogliano fare qualcosa senza dover calibrare la propria dose nella maniera ottimale sopra descritta consiglio di iniziare partendo con 100mg tre volte al giorno e pian piano arrivare a mezza pasticca da un grammo cinque volte al giorno. Non è assolutamente semplice e pratico mangiare due arance tre volte al giorno, a cominciare dal problema di procurarsi un valido sostituto per tutte le stagioni. Non dico impossibile. Ma è chiaro che molti sono tentati dalla semplicità e preferiscono assumere la quantità prevista in compresse o polvere con acqua.

E’ consigliata la somministrazione di Vitamina C ai bambini?

Image by © Riou/SoFood/CorbisE’ molto importante somministrarne quando si fanno le vaccinazioni. Più genericamente, una regola adottata da Klenner era di somministrare (in dosi divise, ovviamente) un grammo di vitamina C a un bambino di un anno e di aumentare di un grammo all’anno. I bambini sono esseri umani in formazione e per i quali i pericoli dell’esposizione ai veleni e alle radiazioni – pensiamo ai cellulari e al wi-fi per esempio – sono accentuati per le loro caratteristiche fisiologiche.

Innalzare i loro livelli di vitamina C li fornisce di uno scudo protettivo innocuo e di grande spessore. Un concetto espresso anche dal dottor Saul nel libro Liberati dal dottore «Ho cresciuto i miei figli fino al college senza una singola dose di qualsiasi antivirale, antistaminico o antibiotico. Quello che hanno ricevuto sono state solo megadosi di vitamina C. Noi, come tanti altri genitori, abbiamo appreso i principi della terapia con vitamina C (quantità, frequenza e durata) stando vicino al letto dei nostri bambini alle tre del mattino».

Oggi si assumono molti integratori anche di vitamina C. Ciò è una conseguenza di una dieta diversa rispetto per esempio negli anni ‘50 o è motivata dall’avanzamento della ricerca scientifica in materia?

Una volta certi integratori alimentari non erano nemmeno disponibili quindi il confronto è difficile da farsi. Klenner li dava ai suoi bambini e così hanno fatto tutti i ricercatori sulle vitamine. Ora sono disponibili a prezzi accessibili e in formati anche avanzatissimi e una volta impensabili. Il progresso ha portato tanti problemi, ma qualche lato positivo ce l’ha.

L’assunzione di vitamina C ha delle controindicazioni?

Se prendete quantitativi elevati di vitamina C da fonti naturali – frutta e verdura – dovrete assumere quantitativi ben maggiori di altre sostanze, ad esempio antiparassitari, per cui si deve porre una maggior attenzione alla provenienza e in genere alla qualità del cibo. Il corpo umano è letteralmente imbevuto di vitamina C e alcuni organi ne hanno talmente necessità che la assorbono dal sangue anche quando questo ne possiede una concentrazione minore.

Solo chi soffre di favismo sa già, nella sua lista di prodotti cui fare attenzione, che non può assumere quantitativi elevati e concentrati se non con la supervisione medica. Un consiglio: se si cominciasse l’integrazione, iniziare con dosi piccole e frequenti, mantenendo una stessa dose almeno per una settimana e poi aumentandola ma di poco. Così il corpo può abituarsi alla nuova abbondanza. Per lo stesso motivo, qualora si dovesse sospendere l’integrazione, conviene ridurre la dose in maniera graduale.

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