Wise Society : Sergio Staino: Bobo non molla. Il futuro può essere migliore
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Sergio Staino: Bobo non molla. Il futuro può essere migliore

di di Monica Onore
7 Ottobre 2010

Ottimista e tenace, come il suo personaggio, dopo trent'anni Bobo-Staino non si è stancato di disegnare strisce satiriche. Perché è convinto che il sorriso abbia il potere di aprire la mente e il cuore delle persone. E di alimentare il progetto di una società più solidale e rispettosa. Dove la gentilezza zittisca le parole gridate

Sergio Staino, vignettista - Wikimedia CommonsBarba e capelli bianchi, modo di fare disinvolto ma autorevole, il “guru” della satira parla con voce morbida e avvolgente. Eppure Sergio Staino tante volte con la sua matita ha messo a nudo, a colpi di striscia, potenti e politici di ogni schieramento. Cerca sempre il lato inaspettato delle cose, non arretra mai e traccia linee morbide su frasi taglienti, così si mantiene giovane e con lui Bobo, il personaggio che lo ha reso famoso. Non ama la lotta politica urlata: è graffiante e tenero, allo stesso tempo, come i suoi personaggi e proprio questa è la sua forza. Architetto, insegnante e solo in seguito disegnatore satirico, si dedica ai fumetti dal 1979, anno in cui debutta con Bobo, il personaggio che lo ha reso famoso. Fondatore e direttore dei settimanali satirici Tango ed Emme, ha sempre collaborato con i più importanti periodici nazionali. É anche sceneggiatore, regista e autore di libri: tra cui Fino all’ultima mela (Einaudi, 2003) e il più recemte All together, Bobo! (BUR, 2009). Sempre alla ricerca del lato inaspettato della realtà ha ancora voglia di lottare per un mondo migliore

 

 

Bobo e i giovani

 

Cover All together, Bobo - BUR 2009

Bobo ha superato i “suoi primi 30 anni” ma non ha ancora intenzione di arrendersi…


Infatti è così. Bobo continua a stare sulla barricata, non demorde. Questo è meraviglioso, proprio perché ha superato i tre decenni di piena attività. Bobo è un’ottimista e anche se di batoste ne ha prese tante è un grande “incassatore”;  infatti per attutire i colpi che la sorte gli riserva ha un naso tondo, la pelata tonda. E’ morbido, così assorbe meglio le botte . Perché la sua causa è giusta. Gli ideali sono tanti e il futuro riguarda tutti noi, i figli di Bobo, i miei e quelli di tutti gli altri. E’ bene continuare a cercare una via che ci  porti verso una società più umana, più giusta, più rispettosa e solidale. Sono convinto che la desideri la maggioranza della gente.


Qual è il potere della vignetta satirica?


Non credo che la vignetta, cioè la satira disegnata, abbia una grande presa sul pubblico. Viene letta e ricordata solo da quella parte di pubblico che condivide le idee, i sogni, gli ideali dei suoi autori. Sicuramente non ha il potere di far cadere il governo, semmai quello di aggiungere una gocciolina d’intelligenza e aiutarci a capire meglio la realtà. Oggi la satira avrebbe un’efficacia maggiore se trovasse il giusto spazio in televisione. Riuscirebbe a raggiungere un pubblico trasversale e quindi probabilmente avrebbe un impatto maggiore. Non è un caso che proprio in tv la satira abbia vita difficile…

 

In edicola con l'unità il 05 Settembre 2010I giovani e la satira sono mondi separati?


Credo che ai giovani piacciano le vignette, ma non le seguano certo sui quotidiani, che in Italia sono letti da una minoranza di persone. Oggi è molto più diffuso Internet, basta pensare che ci sono siti molto cliccati dai giovani come per esempio quello di spinoza.it. Penso che la qualità su Internet debba ancora migliorare, ma credo anche che l’interazione con suoni e immagini possa far bene alla satira e accrescere il suo potere dissacrante.

 Perché è così importante saper spostare la prospettiva?


Perchè credo che questo sia uno dei doveri della satira. La satira non deve fare informazione, per quello ci sono già la  stampa e i giornalisti. Noi dobbiamo raccontare il fatto vedendolo da punti di vista inaspettati: da dietro, da sotto, per fornire una prospettiva nuova, inconsueta della realtà. 

 

Fino all’ultima mela - Einaudi, 2003Quindi si deve lavorare sull’inaspettato?


Certamente. L’inaspettato è il motore principale della vita, della ricerca. Guai se non ci fosse qualcosa che ci sorprende. Il conformismo è dare tutto per scontato, tutto per fin troppo conosciuto. Per me il contrario del conformismo è la curiosità nei confronti del mondo. Essere consapevoli che quello che hai capito non è che una  piccola parte di cui è fatta la realtà. Così ogni giorno devi cercare il lato sconosciuto delle cose e quindi l’inaspettato, l’imprevedibile. La realtà è fatta di milioni e milioni di cose imponderabili.

 

 La politica però non sembra interessata all’inaspettato…


Un partito politico dovrebbe essere abituato all’imprevedibile, ma non sembra capace di dargli l’attenzione che merita. Il peggior guaio della nostra sinistra è che i suoi dirigenti affrontano nuovi problemi in modo vecchio, stantio, spesso non più valido. Ecco perché poi andiamo alle elezioni e dalle urne escono risultati amari.

  

Il potere del sorriso


 

Una battuta che si ricorda e la fa ancora ridere?


E’ difficile ricordare le battute più efficaci, soprattutto sul piano politico.  La battuta che un mese prima ti sembrava molto bella un mese dopo non va più bene. Una delle più recenti, che mi fa ancora ridere è quella che riguarda la lettera di Veltroni al Corriere della Sera. Bobo dice ad Ilaria “Veltroni scende in campo per salvare l’italia” e Ilaria chiede: “Come l’hai saputo?” Bobo risponde: “Ho sentito il sospiro di sollievo dell’Africa”.

In edicola con l'unità il 9 Settembre 2010Qual è il rapporto tra tenerezza e satira?


La tenerezza è una mia caratteristica, non credo molto alla lotta politica urlata. Senza una vera intenzione di comunicare con l’altro si alza la voce e basta. Molti, infatti, partono dalla convinzione che quelli che non la pensano allo stesso modo sono nemici e sono anche brutti, cattivi e sporchi. Non si discute, gli si urla contro. Per chi, come me, crede che si debbano rispettare tutte le persone, anche quelle la pensano diversamente non c’è posto per la comunicazione gridata. Ci si deve rivolgere agli altri nel modo più tenero, dolce, tranquillo possibile. Solo così credo si possa riuscire ad ascoltarsi davvero ed essere anche ascoltati dgli altri. Con il sorriso e la gentilezza si può arrivare da qualsiasi parte, con il volto torvo e la voce urlante no.

 Molto spesso le sue vignette raccontano eventi tragici. Quindi non sempre è facile far ridere?


Ogni giorno accadono cose dove il dolore prevale, ma anche in questi casi non mi sento di arretrare con la mia matita.
Ho dovuto fare vignette su tragedie colossali: l’attentato alle torri gemelle a New York, le bombe in Iraq, i bombardamenti in Afghanistan, le bombe dei kamikaze in Europa…Ma è giusto che si tocchino con un sorriso anche queste queste cose: ci sono vari livelli di risata e quella non sarcastica diventa un modo per riflettere, per aprire un pezzetto di cuore. Io seguo questa strada.

In edicola con l'unità il 24 Agosto 2010
Il primo avvenimento doloroso su cui ha sorriso, nonostante tutto?


La prima volta fu quando raccontai su Linus e l’Unità i funerali di Berlinguer. Era un avvenimento di grande commozione e mi sembrò giusto raccontarlo seppur con una penna che di per sé è satirica. I miei personaggi sono buffi, il loro corpo non corrisponde alla realtà; hanno il nasone grosso, gli occhi grandi e forse proprio per questa loro comicità espressiva acquistano quella caratteristica di tenerezza che ben si lega con il racconto doloroso.

In edicola con l'unità il 10 Aprile 2010C’è un momento migliore per creare?


Non c’è un’ora precisa. A volte mi sveglio la mattina con in mente la vignetta del giorno prima,  ed è una grande delusione. La notizia oramai è passata e devi spostarti su altre cose. Verso le otto di sera la scelta è obbligata. Il giornale si appresta a chiudere, a quel punto, se ancora non si è giunti ad avere l’idea, bisogna mettersi là e farsela venire comunque

Trovare ogni giorno un’idea non sembra facile…


Qualche volta capita che di dee ne hai tre o quattro e devi  capire quale è la più efficace. Non sempre è facile. Ma quando sembra che il cervello sia proprio vuoto, incapace d’inventare, tac arriva l’idea che ti fa svoltare. Alla fine qualcosa di miracoloso avviene sempre, ma fare una vignetta tutti giorni significa mettere in conto che qualcuna sarà sicuramente meno efficace. In questo caso mi appello sempre alla comprensione del lettore.

In edicola con l'unità il 25 Agosto 2010

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