Wise Society : Sanjit Bunker Roy: l’università dei poveri
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Sanjit Bunker Roy: l’università dei poveri

di di Anna Maria Catano
16 Novembre 2009

Di famiglia ricchissima, destinato a una comoda carriera diplomatica, decide di vivere per cinque anni in mezzo e insieme ai più poveri dell'India. Fonda il Barefoot College (Università degli Scalzi) in Rajasthan, una scuola aperta a tutti, guidata e controllata dagli ultimi

Sanjit Bunker Roy è uno degli imprenditori sociali più coraggiosi al mondo. Viene da una famiglia ricca, ma ha deciso di sperimentare la povertà. Per cinque anni ha vissuto scavando pozzi. Vicino agli ultimi, ai quali ha reso accessibile il sapere, con la sua Unviersità.

 

Cosa è e cosa rappresenta per l’India il Barefoot College?

Barefoot College è il simbolo dei poverissimi che vivono in India, di tutti quelli che vivono con meno di un dollaro al giorno ma che hanno qualcosa che può contribuire alla loro propria società. Barefoot College è la dimostrazione concreta della conoscenza e delle capacità che le persone poverissime hanno ma che non vengono riconosciute e neanche utilizzate per il loro proprio sviluppo. La mia università è un posto dove imparare e disimparare, una scuola dove l’insegnante è studente e lo studente è insegnante. È un posto dove si provano tutte le idee possibili. E se non funziona, ci provi ancora. Ed è l’unica università in India che non dà un titolo o una qualificazione o un diploma: perché non è necessario, la certificazione dovrebbe essere fatta dalla comunità e non dall’università.

Era avviato a una brillante e comoda carriera e invece ha scelto di andare a vivere con i più poveri… Perché?

Innanzitutto ho scelto di fare esperienza per capire cosa significasse vivere con persone poverissime. Così per cinque anni ho vissuto in condizioni precarie scavando pozzi in una zona molto povera dell’India. Per questo motivo la mia famiglia non mi ha parlato per almeno cinque anni. Per me tutto era predisposto. Mi aspettava quello che chiamano un buon lavoro, non so perché lo chiamino un buon lavoro, ma credo che un buon lavoro sia avere sicurezza, soldi e un futuro. Il vivere in un villaggio poverissimo invece non garantiva sicurezza, soldi e un futuro. Sono riuscito a dimostrare il contrario, ecco perché sono ancora qui: ho un futuro, ho un po’ di soldi e un messaggio da dare agli altri. La mia idea di vivere e lavorare con i poveri era anche per poter capire come potessi dare vita a un’università che fosse solo per i poveri. Barefoot College è l’unica università in India amministrata dai poveri, guidata e controllata dai poveri, e dove sono riflesse solo le idee dei poveri.

Cinque consigli per cambiare il mondo in meglio..

Il primo è smettere di essere arroganti solo perché possiedi un titolo universitario. Secondo è essere paziente. Terzo è ascoltare. Quarto è essere imparziale e saperlo dimostrare. Quinto è imparare a cooperare, e lavorare insieme. Queste sono le cinque lezioni che posso facilmente, ora, elencare per voi.

Come possiamo aiutare l’India
noi occidentali?

Il primo passo per aiutare l’India è non portare esperti dal nord al sud, non ce n’è bisogno. La definizione di esperto è un uomo anziano da un’altra città. Non serve un diploma: serve buon senso, serve un po’ di saggezza, serve un po’ di esperienza, e questa la puoi imparare dovunque, non viene dal college o l’università, viene dalla vita. Quindi questo è il tipo di persona di cui abbiamo bisogno in India. Se ti lasci alle spalle il diploma e vieni davvero come un essere umano, hai molto di più da condividere di quanto tu abbia imparato nelle università.

Come lei vede l’attuale crisi?

La crisi è lo spreco che è in atto, quanti soldi state sprecando in quello che voi chiamate aiuti. State davvero sprecando tanti ma tanti soldi. Siamo riusciti a dare energia elettrica solare a 75 villaggi, ad aiutare 340 donne anziane, a dare luce a 6 mila famiglie in Africa, in quindici paesi. E tutto al costo di due millioni di dollari. L’Italia sta spendendo due millioni di dollari su un solo paese: è uno spreco colossale e qualcuno vi sta mal consigliando e su come vengono spesi i soldi.

Cosa significa essere saggi?

La saggezza è l’abilità di disimparare quello che hai imparato e di ascoltare gli altri. La capacità di fare silenzio ed ascoltare quello che hanno da dire gli altri. La pazienza, la tolleranza e la compassione per essere in grado di capire anche se lui o lei può essere intellettualmente inferiore. Bisogna rispettare quella persona solo per l’esperienza pratica che ha e che è assolutamente incredibile. Quindi la mia vera educazione è incominciata quando ho lasciato la scuola. E’ solo quando sono andato a vivere con i poveri che ho veramente ricevuto l’educazione di cui si ha bisogno.

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