Wise Society : Oltre il PIL: di cosa abbiamo bisogno per essere davvero felici
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Oltre il PIL: di cosa abbiamo bisogno per essere davvero felici

di Ilaria Lucchetti
9 Gennaio 2012

Oggi servono nuovi parametri per misurare il benessere della società. Che includano qualità ambientale e sociale, vita di relazione e disponibilità di tempo libero

Katherine ScrivensKatherine Scrivens fa parte della Direzione Statistica OCSE, Dipartimento Misurazione del progresso e del benessere. Di recente ha collaborato a “Better Life Initiative”, un’iniziativa promossa dall’OCSE che sfrutta un quadro multidimensionale per presentare una gamma di indicatori sul benessere dei Paesi dell’OCSE in forma più accessibile a un pubblico ampio. Le abbiamo chiesto di descriverci i nuovi misuratori tra PIL, Prodotto Interno Lordo, e FIL, Felicità Interna Lorda.

I nuovi parametri della qualità della vita

 

Quali sono i nuovi indicatori di benessere?

Il parametro che noi usiamo comprende undici punti che includono le diverse dimensioni del benessere e va oltre il concetto di PIL e oltre gli indicatori di crescita e produttività, anche se questi sono pure molto importanti. Questi undici punti riguardano la salute, l’istruzione e l’equilibrio tra lavoro e tempo libero. Ma anche l’interazione sociale, ovvero quanto spesso riusciamo a incontrarci con amici e famigliari piuttosto che se possiamo contare su qualcuno a cui rivolgerci in caso di bisogno. Senza scordare poi i guadagni derivanti dal lavoro. Insomma, sono numerosi i fattori che contano nella vita delle persone. E ciò di cui dobbiamo assicurarci è che esistano statistiche in grado di rilevare questi fattori.

Nel vostro sito (www.oecdbetterlifeindex.org) c’è la sezione  “How is life index” dove le persone possono rispondere direttamente, che riscontri avete?

Image by © Images.com/CorbisRegistriamo che per la gente sono fondamentali il tasso di benessere e il livello di soddisfazione. Ed è interessante notare come l’aspetto economico, lo stipendio, che molti darebbero per scontato in cima alla lista, in realtà si posiziona al decimo posto tra gli indici.

Cosa è necessario e indispensabile per uno stato di soddisfazione completo?

Certamente il lavoro, questo è innegabile, perché consente un buon standard di vita materiale. Ma rileviamo che ciò che viene vissuto come fondamentale non è più soltanto avere un impiego, ma che questo sia stabile e sicuro e che permetta di percorrere una carriera soddisfacente. Altri elementi sono sicuramente l’istruzione e la sanità, entrambe necessarie per un benessere complessivo della persona.

Cosa succede all’estero

 

Qual è la posizione attuale dell’Italia nella graduatoria sulla sostenibilità dei vari Paesi? E le prospettive future?

Image by © Images.com/CorbisNessun Paese è mai costantemente in cima o in fondo alla classifica, l’Italia si trova all’incirca a metà per quanto riguarda diversi indicatori. Il punteggio è molto buono relativamente al “capitolo casa”, invece in altri ambiti, come la fiducia nelle istituzioni, è decisamente basso. A proposito del futuro invece, la crisi attuale insegna che nessuno può fare previsioni. Quello che mi preme dire è quanto sia importante che i politici incomincino a usare degli indicatori più ampi per la misurazione del benessere e della sostenibilità invece di focalizzarsi soltanto sul PIL, così da iniziare a costruire delle fondamenta più solide per una migliore qualità della vita delle generazioni future.

Quindi, ad esempio, ritiene che altri politici dovrebbero, come David Cameron in Gran Bretagna, sottoporre delle domande sul grado di felicità ai propri connazionali?

Cameron ha lanciato questa iniziativa per misurare il benessere dei cittadini tramite l’Office of National Statistics e, come parte di questo progetto, ha svolto una consultazione riguardo ai fattori vissuti come più importanti per le persone. È un’iniziativa molto interessante e potrebbe essere ripetuta in altri Paesi. Per ora mi sembra che l’Istat abbia svolto una ricerca simile anche in Italia.

 

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