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Mobilità sostenibile: con i nuovi bus, elettrici al 100 percento, lo spostamento è a impatto zero

di Ilaria Lucchetti
30 Ottobre 2012

Sviluppare l’intera filiera del trasporto elettrico, proponendo un nuovo modello di eco-mobilità. Questi gli obiettivi di Marco Simiani, presidente della società grossetana Rama, con il progetto E-life. Che parte dai mezzi pubblici, in chiave green

Marco SimianiSi chiama E-life ed è un innovativo progetto industriale ecosostenibile per la produzione e vendita, in Italia e in Europa, di autobus elettrici da 12 metri.

Una novità nel mercato europeo, dove venivano utilizzati finora solo minibus a motore elettrico di 7 metri e anche un mezzo concorrenziale rispetto al trasporto tradizionale, perché in grado di abbattere i costi di gestione, con un significativo valore aggiunto per l’ambiente e la lotta alle emissioni che alterano il clima.

Non solo. Come spiega in questa intervista Marco Simiani, giovane imprenditore toscano presidente della società grossetana Rama E-life che si occupa del progetto, l’obiettivo finale è molto più ampio e ambizioso:  sviluppare l’intera filiera del trasporto elettrico, costruendo un nuovo modello di mobilità a impatto zero.

Un mezzo veloce, confortevole e non inquinante

 

Ci descrive le caratteristiche di questi bus elettrici?

Sono lunghi 12 metri e possono ospitare fino a un massimo di 63 passeggeri. Silenziosissimi, non inquinanti, elettrici al 100 percento hanno una grande autonomia che supera i 200 chilometri, pari alla percorrenza media giornaliera di un autobus urbano, e una velocità di oltre 80 chilometri orari.

Viaggiano con batterie al litio fosfato che dispongono di circa 2 mila cicli di ricarica e, considerato che l’utilizzo di un mezzo urbano è in media di 300 giorni, sono garantite per 6/7 anni. Inoltre, questi bus hanno il vantaggio di abbattere i costi di gestione in quanto la spesa di una ricarica è di 30 euro. Tutte caratteristiche che restano invariate anche in estate, con gli impianti di condizionamento in funzione. Si tratta di un’ottima tecnologia.

Italiana?

No, i mezzi sono stati realizzati in Cina dove E-Life ha firmato un accordo con la Ruihua New Energy Auto di Shangai e la Alfabus Co. di Jiangsu e ha ottenuto l’esclusiva per otto anni nella promozione e nella commercializzazione in Italia ed Europa. I nostri ingegneri sono intervenuti nella fase progettuale e di restyling per assicurare le specifiche tecniche necessarie all’omologazione, nel rispetto delle normative e degli standard europei.

Sono già presenti in Italia?

Sono arrivati da noi a luglio e presentati ufficialmente a Festambiente. Ora stiamo vagliando con BredaMenarini, società storicamente leader del settore, una partnership. I bus dovranno fare una serie di test per verificare le esigenze delle società di trasporto pubblico e poi si inizieranno le vendite dal 1 gennaio 2013.

In quali città saranno utilizzati?

Per ora abbiamo molti contatti, con aziende toscane, emiliane ed estere (Russia, Belgio), ma preferisco non anticipare troppo e non fare nomi per correttezza.

In vista la candidatura a Expo 2015

 

Che differenze hanno rispetto agli altri autobus elettrici in circolazione in Europa?

Mediamente i mezzi urbani “green” hanno un’autonomia di 150 chilometri e quindi non riescono a coprire l’esigenza giornaliera. Quelli di E-Life invece sì. In Europa oggi circolano più di 15 mila e 600 autobus, di cui soltanto 250 sono elettrici e di misura non superiore ai 6/8 metri, con una velocità di 50/60 chilometri, e un’autonomia compresa tra i 100 e i 150 chilometri.

Vista la situazione quali obiettivi di mercato avete?

Nei prossimi due anni vorremmo distribuire un centinaio di autobus tra Italia e continente. E vorremmo candidarci per essere presenti come azienda a Expo 2015, partecipando alle gare che saranno organizzate.

Anche in considerazione del filo conduttore esistente con l’esposizione di Shangai, perché le società che vi hanno partecipato erano le stesse. Questi mezzi, però, sono soltanto un segmento del nostro business il cui obiettivo è di arrivare a coprire l’intera “filiera” della mobilità elettrica: dalla progettazione delle infrastrutture alle stazioni multiutenza per le ricariche di auto, biciclette e scooter.

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