Wise Society : Gabriella Morelli: il poster che migliora la comunicazione. E la vita
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Gabriella Morelli: il poster che migliora la comunicazione. E la vita

di di Metella Ronconi
14 Maggio 2010

Good 50x70 e un concorso aperto a designer e grafici di tutto il mondo, chiamati a realizzare manifesti su temi umanitari ed ecologici. Uno degli ideatori ci racconta l'idea e e l'obiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica e riflettere sul ruolo sociale dei creativi

Good 50x70, album di alessandro silipo/flickr

Sensibilizzare l’opinione pubblica su temi sociali importanti, ma anche riflettere sul ruolo che comunicazione e design ricoprono nel raggiungimento di questo obiettivo. Tutto questo attraverso uno strumento antico e moderno come un manifesto. È l’idea, semplice e geniale , alla base del concorso Good 50×70, giunto alla sua quarta edizione. Ce ne parla Gabriella Morelli, che ha alle spalle anni di lavoro in associazioni no profit (Emergency e Amnesty International) e ha fondato insieme al designer Pasquale Volpe, l’associazione culturale Good Design che ha dato vita al concorso Good 50×70.

 

Gabriella Morelli, Good 50x70Quali sono le caratteristiche che hanno determinato il successo di questo progetto?

 

Good 50×70 (50×70 è il formato del poster) è stato creato dall’Associazione Culturale Good Design che ho fondato quattro anni fa insieme a Pasquale Volpe e ha come obiettivo principale evidenziare l’importanza della comunicazione sociale, richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica e quella di chi opera e studia nel settore del design e più in generale della creatività.
È un progetto internazionale non pensato da designer per soli designer, ma un vero e proprio network a cui tutti possono prendere parte. Vi partecipano, infatti, soprattutto giovani creativi, ma anche professionisti affermati e studenti che vogliono mettersi alla prova.
Good50x70 non è soltanto un concorso: la nostra associazione partecipa e organizza seminari, tavole rotonde e workshop sui temi di volta in volta affrontati. Facciamo incontrare persone convinte che la comunicazione sociale sia una risorsa per migliorare il benessere collettivo. 


Seguendo quali modalità si partecipa?


Il concorso internazionale è organizzato per sostenere le cause affrontate da alcune importanti Associazioni, ognuna delle quali promuove un tema con il quale i partecipanti si dovranno confrontare.
Attraverso il nostro sito good50x70.org, i creativi sono chiamati a ideare dei poster scegliendo una delle tematiche proposte dalle Organizzazioni no profit.

I lavori vengono giudicati da una giuria internazionale composta da designer, progettisti ed esperti di comunicazione. Tra tutti i poster, la giuria ne seleziona 210, trenta per ogni tema, che entrano a far parte dell’esposizione itinerante. Dai 1600 del primo anno siamo arrivati ai 4200 della passata edizione, provenienti da oltre 60 diversi Paesi del mondo. Come sempre l’inaugurazione della mostra, che sarà a ottobre e che ha ricevuto l’Alto Patrocinio dell’UNESCO, avverrà alla Triennale di Milano, ma quest’anno sarà accompagnata da una settimana di eventi che avranno come tema la comunicazione sociale. Dopo Milano la mostra sarà itinerante; nell’anno passato ha viaggiato dalla Svezia agli Stati Uniti, al Suriname.
Tutti i poster raccolti, oltre 8000, sono catalogati in un database che viene messo gratuitamente a disposizione di tutte le Charities che ne faranno richiesta per le loro campagne.  

 

Labor Mobile, Jude Landry

 

Quali sono le Associazioni che partecipano all’edizione 2010?

 

Quest’anno lavoriamo con sette Organizzazioni no profit: Amnesty International, WWF, LiLa, Greenpeace, Emergency, Libera, Amref. Cerchiamo di interpretare le loro esigenze di comunicazione in relazione alle campagne e ai temi che vogliono far conoscere. Realizziamo i brief, in base ai quali i creativi che partecipano al concorso potranno scegliere l’argomento sul quale lavorare.
È un’impresa piuttosto complessa perché è necessario trovare un linguaggio universale, facilmente comprensibile in ogni parte del mondo, tenendo presente che i poster saranno esposti in luoghi pubblici o nelle scuole, e che i soggetti possono essere difficili.
Nel 2007 abbiamo ricevuto il premio ARETé per il miglior progetto di comunicazione sociale e nel 2009 abbiamo guadagnato il terzo posto agli European Design Awards.   

 

LITTLE HANDS, Faruk Terzi

Su quali temi si cimenterano i partecipanti?

Gli argomenti proposti dalle sette Organizzazioni Non Governative  per questa edizione sono:

–  Amref Lo sport per l’Africa (ovvero: il gioco come strumento di incontro, socializzazione e recupero delle giovani generazioni)
LiLa Libertà di viaggiare, i governi devono rivedere le proprie leggi discriminatorie nei confronti delle persone sieropositive.
– Per il calendario cinese il 2010 è L’anno della tigre e per il WWF questa è l’occasione giusta per lanciare l’allarme sulla sopravvivenza del grande felino.
– Il tema di Libera è Prendi posizione contro le mafie: è necessario “essere contro” tutte le mafie, ma per sconfiggerle occorre costruire percorsi di libertà, memoria e legalità.
Balene a perdere: un santuario sempre più vuoto”: Greepeace si occupa delle balene del Santuario dei Cetacei nel Mar Mediterraneo.
-L’insicurezza della cura”: il diritto dei Migranti alle cure medico sanitarie è quanto propone Emergency.
Per uscire dalla povertà, segui la rotta dei diritti umani è la campagna di Amnesty International: le persone che vivono in povertà vogliono porre fine all’ingiustizia e all’esclusione in cui sono costrette a vivere.

MARCHIO  GD 

Perché  il simbolo di Good 50×70 è un cuore che indossa un paio di occhiali?

Gli occhiali sono quelli del creativo, e il suo pensiero, la sua visione, è tutt’uno con il suo cuore. Insomma: pensa con la testa, ma guarda con il cuore.

 

Qual è il futuro del progetto, come pensate che evolverà  nei prossimi anni?


Aspettiamo di vedere cosa succederà in questa nuova edizione 2010. Spero che riesca a creare intorno a sé sempre più incontri e workshop; potremmo anche decidere di utilizzare, oltre al poster, nuovi strumenti di comunicazione. Quello che conta è che, come sempre, si riesca a far lavorare sullo stesso argomento persone diverse tra loro, che magari sul tema hanno idee opposte.

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