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Giovanni Gorga: «Impariamo a conoscere l’omeopatia senza pregiudizi»

di Mariella Caruso
11 Novembre 2015

Il presidente di Omeoimprese, autore di "Elogio dell'omeopatia", contesta gli attacchi: «In Italia è un un atto medico»

Non si placano le polemiche sull’omeopatia. È medicina, come sostengono le migliaia di persone che vi ricorrono e i medici che prescrivono rimedi omeopatici, o solo placebo come affermano altri medici e scienziati? A rinfocolare gli animi, recentemente, è stata non tanto la pubblicazione di Elogio dell’omeopatia di Giovanni Gorga (Cairo Editore, 15 euro), presidente di Omeoimprese, nonché public affair manager di Guna, ma la prefazione al libro firmata dal ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. Prefazione che non è andata giù al Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale e le pseudoscienze (Cicap) che con una lettera aperta ha chiesto al ministro di ritirarla.

L’omeopatia ha ancora bisogno di essere elogiata?

Ha bisogno innanzitutto di essere più conosciuta. Oggi quando si parla di omeopatia in tanti dicono che non ha ragioni scientifiche, che non funziona e non ci sono prove che ne attestino l’efficacia. Però nessuno dice che l’omeopatia ha tutte le carte in regola ed è una risorsa per lo Stato, sia per il sistema fiscale, sia per quello sanitario.

Lo scontro però non si placa…

Da molti decenni c’è chi dice che i farmaci omeopatici sono soltanto acqua fresca. Nel libro ho dedicato un intero paragrafo a questo tema intitolandolo “Acqua fresca”, senza punto interrogativo.

Cioè?

Da un punto di vista chimico-fisico se metto una molecola di principio attivo in 99 molecole di acqua e continuo il processo di diluizione, arriverà un momento in cui ogni traccia di principio attivo scompare: questo accade nell’omeopatia. Però, non significa che quel farmaco non può funzionare perché esiste la memoria dell’acqua che oggi è oggetto di ricerca. Ci sono fiori di premi Nobel che se ne stanno occupando a partire dal professor Montagnier. In ogni caso deve essere la ricerca a confutare la mancata scientificità dell’omeopatia, io contesto il pregiudizio.

È questo che spiega nel libro?

Il libro è una disamina molto onesta, non perché né sono io l’autore ma perché rappresenta la realtà dei fatti. Io sono presidente di Omeoimprese, la farmindustria dell’omeopatia in Italia della quale fanno parte più di 30 aziende che producono e distribuiscono farmaci omeopatici. C’è un mercato sano di aziende soggette a tutti i controlli, in quanto aziende farmaceutiche.

Che tipo di controlli?

Quelli del ministero della Sanità e dell’Agenzia italiana del farmaco. Non dimentichiamo che l’omeopatia è una disciplina estremamente diffusa, la utilizzano undici milioni di italiani ed è sempre più utilizzata dalla classe medica. Vorrei ricordare che i medici della Federazione nazionale hanno qualificato già nel 2002, ribadendolo nel 2007, l’omeopatia – al pari dell’agopuntura, l’omotossicologia, l’antroposofia – come “atto medico”. Come tale può essere esercitata solo ed esclusivamente da medici, farmacisti e veterinari.

Negli Stati Uniti, però, sono in atto class action contro industrie omeopatiche per l’assenza di principio attivo nei preparati. Com’è possibile?

 È atto medico perché così è stato stabilito dai medici. L’omeopatia in Italia è un laureato in Medicina che ha approfondito riguardo questa disciplina. Come già detto è un mercato importante, il terzo in Europa dopo Francia e Germania, che fattura 350 milioni di euro l’anno e contribuisce a sostenere la macchina Italia, aumentando il Pil, almeno con 70 milioni di euro l’anno.

Cosa risponde a chi dice che è solo un business?

L’omeopatia non è una nuova scoperta, inizia ai primi del ‘800 secondo la metodologia di Samuel Hahnemann. Il settore non ha sentito la crisi e continua a crescere, quindi vuol dire che nel tempo altri pazienti si sono avvicinati. Questo significa che ci sono 12 milioni di italiani imbecilli?

Image by iStockLa medicina omeopatica e quella tradizionale sono compatibili fra loro?

Su questo sono molto laico. A danneggiare l’omeopatia è la conflittualità che esiste tra le scuole di pensiero. L’omeopatia deve essere sincretica e pragmatica, occorre parlare di medicina complementare e integrata. A decidere deve essere il medico. Da poco è stata lanciata una campagna di prevenzione influenzale insieme al Movimento Italiano Genitori Onlus, con il patrocinio di Associazione Medica Italiana di Omotossicologia e Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.

Chi dovrebbe leggere “Elogio dell’omeopatia”?

Chi vuole saperne di più. Spiego la diluizione, la differenza fra complessismo e unicismo, l’antropofosia, il significato dei dosaggi.

 Perché i farmaci omeopatici costano così tanto?

Il medicinale omeopatico non gode di alcuna forma di rimborso, ma esistono ricerche che dicono, per esempio, che il costo della terapia tradizionale dell’influenza è superiore a quello della prevenzione omeopatica che facendo ammalare di meno costituisce un risparmio. Non è un caso che milioni di italiani continuano a metter mano al portafoglio per curarsi in questo modo.

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