Wise Society : Federico Quaranta: «In tv racconto l’eredità etica di Expo2015»
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Federico Quaranta: «In tv racconto l’eredità etica di Expo2015»

di Mariella Caruso
23 Luglio 2015

Il conduttore di Decanter avverte: «Non fermatevi alle apparenze, ogni padiglione insegna qualcosa»

Foto: Officina RAIHa ereditato l’amore per la terra dal nonno, un agricoltore piemontese che da bambino, durante le vacanze estive trascorse in campagna, lo prendeva in braccio e gli parlava di vino, di frutti, della fatica e della bellezza di coltivare e di tutelare il paesaggio. Oggi Federico Quaranta, inviato di “Mezzogiorno italiano” all’Expo e una delle anime di “Decanter” su Radio2, «un programma che con Tinto (alias di Nicola Prudente, ndr) conduco da tempi non sospetti, quelli in cui ancora l’enogastronomia e l’agricoltura non erano di moda», è uno di quei personaggi che può permettersi di dire quello che pensa. Anche di Expo2015. «La mia ambizione – afferma Quaranta che dal lunedì al venerdì dalle 11,40 cura i collegamenti per il programma di Rai Uno dal sito espositivo – è raccontare quello che gli altri fanno solo vedere di quest’Esposizione, cerco di andare al di là dell’estetica dei padiglioni entrando nei temi ispiratori dell’evento».

Temi di cui si parla poco?

Diciamo che esiste il rischio molto fondato che passino in secondo piano. Così per non dimenticare qual è l’eredità etica che questi sei mesi dovranno lasciarci, che per altro è identificata nel titolo “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, io cerco di parlarne il più possibile.

Quindi è possibile davvero riuscire ad andare oltre le apparenze e le degustazioni, e apprendere qualcosa andando a spasso tra i padiglioni?

Di sicuro. In ogni padiglione, anche in quelli più criticati, c’è qualcosa da imparare. L’importante è non fermarsi alle apparenze e andare a fondo fino al messaggio che ognuno dei partecipanti ha scelto di comunicare.

Qualche esempio?

Padiglione Zero | Expo Milano 2015 - image by FlickrC’è il Padiglione zero, che stimola la curiosità, il più prezioso alimento per la cultura che, a sua volta, stimola la conoscenza che fa aprire la coscienza, primo elemento del senso di responsabilità. C’è il padiglione del Kazakhstan, che all’impatto visivo dirompente per via degli specchi e all’esperienza tridimensionale che vi si vive all’interno, unisce l’aspetto agricolo-ambientale, quello etico-sociale e quello tradizionale. Nel padiglione, infatti, si può assaggiare il kumys, che è una bevanda a base di latte di giumenta fermentato, una sorta di “aiuto” che i guerrieri utilizzavano per arrivare al giusto grado di esaltazione per affrontare le battaglie.

Non si può nemmeno tacere sul fatto che la ricerca del cibo è stata la molla per la crescita della civiltà…

Il cibo è l’essenza della vita perché senza non potremmo sopravvivere. Mangiare, o cibarsi, è qualcosa che fa star bene. L’atto di nutrirsi, così come l’atto riproduttivo, produce un “orgasmo”. È la molla dello sviluppo di tutti i popoli. Per il cibo si sono fatte e di continuano a fare migrazioni e, così facendo, si mescolano le culture. Non è un caso che in Italia la Sicilia, dove sono passati tanti popoli, sia la regione enogastronomicamente più ricca. Il cibo è anche economia, in particolar modo in Italia. Di fatto un Paese che si chiude alle nuove culture è un paese morto».

Per lei parlare di cibo, però, non è una novità. Lo fa da anni a Decanter su Radio2 in maniera molto leggera. Perché con Tinto avete scelto questo metodo di divulgazione?

Perché anima e pensiero sono leggeri, ma valgono molto. Leggerezza, infatti, non è sinonimo di stupidità. Per quel che mi riguarda io non riesco a comprendere quei conduttori che durante le interviste si compiacciono di fare sfoggio della loro cultura. Io, da sempre, mi sento un servitore del mio pubblico, mi piace mettere in moto la mia curiosità e soddisfarla così come farebbe chiunque sia spinta dalla voglia di imparare sempre qualcosa di nuovo.

Photo Credits: Expo 2015 / Daniele Mascolo

L’agricoltura e l’enogastronomia ormai fanno da padrone in televisione con programmi di ogni tipo. Cosa ne pensa del fatto che, prossimamente, alcuni agricoltori diventeranno protagonisti del reality “Il contadino cerca moglie”?

Simona Ventura che lo condurrà è bravissima, ma sul format ho qualche perplessità. Spero che, alla fine, il programma non cada nei soliti stereotipi, perché oggi gli agricoltori sono belli, evoluti e molto fighi.

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