Wise Society : Deborah Pavanello: «Lo stress lascia segni indelebili anche nell’iride»
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Deborah Pavanello: «Lo stress lascia segni indelebili anche nell’iride»

di Gabriella Persiani
28 Luglio 2015

L'esperta di alimentazione naturale spiega come il ricorso alla naturopatia permetta di recuperare l’equilibrio perduto

Image by Reinhard, H./CorbisContro lo stress alleiamoci alla natura. E se il tempo lenirà le ferite, nell’occhio restano indelebili i segni delle tensioni. «Raggi o archi di cerchio incidono la trama dell’iride di chi ha superato momenti difficili», afferma Deborah Pavanello, naturopata e autrice di saggi in tema di alimentazione naturale e vie tradizionali di conoscenza, curatrice di un blog sul benessere consapevole e partecipe al progetto de “Il Laboratorio della Coscienza” di Milano

Quali e quante sono le forme di stress?

Diciamo che sono due i tipi di stress, uno buono e uno cattivo. Il primo è necessario, è il fuoco della vita. Tra i cattivi, ci sono gli stress per trauma, incidente, lutto, divorzio, ma anche uno stress più duraturo, a volte meno evidente, ma che modifica pesantemente i sistemi di adattamento dell’organismo, come le ghiandole surrenali, costantemente sollecitate a produrre sostanze come il cortisolo e altri ormoni dello stress, fino all’esaurimento.

Che tracce lascia lo stress sull’iride?

Segni profondi e indelebili nell’iride che, per colore, è: ematogena, marrone; linfatica, azzurra; mista, una sovrapposizione delle due precedenti. L’iride marrone più facilmente cadrà in dismetabolie; l’iride azzurra accuserà maggiormente uno squilibrio sul piano psichico; l’iride mista risentirà maggiormente di squilibri delle flore batteriche. Tra i segni da stress nell’iride: la pupilla, che pur mantenendo la stessa intensità di luce, fibrilla in modo eccessivo; si tratta di un fenomeno che in iridologia viene chiamato hyppus e, con il tempo e un intervento mirato, può normalizzarsi. Effetti non riparabili nell’occhio, ma senza ripercussioni sulla vista, sono, invece, gli anelli di crampo o archi di cerchio, incisioni nell’iride in corrispondenza dell’area degli organi, la cui insorgenza si ricollega anche al tentativo di tenere insieme pressioni provenienti da mondo interno ed esterno. Altri segni indelebili da stress sono i raggi, solchi centrifughi che, in particolare, si trovano sulle zone dell’iride corrispondenti a epifisi, ipofisi e surrene, le ghiandole predisposte al riequilibro e al riadattamento generale. Questa è la traccia tipica dello stress di lungo periodo, che intacca le risorse più profonde del corpo. Lo stress traumatico può provocare, invece, un’interruzione nella parte del collaretto, che è una struttura posizionata tra pupilla e area degli organi. Rilevare questi segni nell’iride permette di realizzare un intervento naturopatico puntuale e personalizzato, in modo da recuperare l’equilibrio perduto.

Perché ricorrere alla naturopatia e come agisce?

Image by I Love Images/CorbisPer evitare soprattutto i danni che lo stress può causare sul lungo periodo, come modificazioni metaboliche, con l’insorgenza, per esempio, di ipercolesterolemia e ipertensione; deflessioni dell’umore; difficoltà di concentrazione e memoria; eccessiva irritabilità; difficoltà del sonno e così via. A seconda della persona e del tipo di costituzione, lo stress può danneggiarci in modi diversi. Nell’ambito della naturopatia, si considera che il soggetto iperstenico, (chiamato anche sanguigno-pletorico, che tende al caldo ed è un estroverso) scarica lo stress con intensa attività fisica e dedicandosi a occupazioni che lo coinvolgano entusiasmandolo.

Il soggetto ipostenico (o neuro-artritico, freddoloso e introverso), invece, deve calmarsi e rasserenarsi attraverso attività creative o rilassanti; più volentieri del primo praticherà e trarrà beneficio da discipline come lo yoga e il qi gong.

Si consiglia un tipo particolare di alimentazione?

Per tutti, attenzione a un’alimentazione equilibrata e sana. Entra in scena anche la fitoterapia. Le piante officinali più indicate contro lo stress, anche se non le uniche, sono le adattogene: nei quadri con dismetabolie è utile schisandra, che aiuta il fegato affaticato e allevia la stanchezza; alleata del sonno è la withania; oppure possiamo rivolgerci al noto ginko biloba, per ritrovare concentrazione e memoria, o al tiglio, che, oltre a essere un leggero sedativo, compensa quegli stati di ipertensione iniziale. Contro tachicardia, ansia e difficoltà respiratoria bene il biancospino. Se lo stress si manifesta anche sulla pelle, bisogna prima lavorare nel profondo con adattogeni scelti a seconda della tipologia della persona. Poi, sul corpo, si possono applicare oleoliti di calendula o iperico. Per dermatiti con prurito, si usa l’olio essenziale di lavanda diluito in olio vegetale. Altri olii come rosmarino, abete nero e pino silvestre sono invece utili sostenere le surrenali, se debitamente diluiti e applicati sul corpo. Gli oli essenziali possono anche essere diffusi nell’ambiente; particolarmente indicati lavanda, mandarino, arancio amaro e dolce, bergamotto.

Altri rimedi?

Ginkgo Biloba - Image by Viewstock/CorbisPer lo stress traumatico sono ottimi i fiori di Bach; il classico Rescue remedy, il rimedio di “pronto soccorso” utile da portare con sé. Per superare gli strascichi, in base alle necessità, si aggiungono altri fiori. Nell’insorgere di paure si ricorre a Aspen o Mimulus; per gli attacchi di panico a Rock rose. Olive per il recupero fisico. Non sappiamo dire di no e ci carichiamo di troppe incombenze? Usiamo Centaury e cominciamo a fare solo quello che realmente possiamo. Se non demando mai e, in più, gli altri tendono a caricarmi di lavoro, Elm aiuta a capire fino a che punto si può arrivare nei propri limiti. Ma la scelta di un fiore piuttosto che un altro dipende molto dalle necessità individuali e dall’atteggiamento che ognuno adotta per affrontare il momento difficile.

Sempre più, di questi tempi, l’insicurezza è fonte di stress.

L’incertezza, a seconda della persona e del momento della sua vita, può essere positiva; se sfruttata bene e reca vantaggi, per esempio sollecitando le capacità creative. Altrimenti, insieme agli adattogeni, userei anche fiori di Bach, come Aspen, contro la paura dell’ignoto. In caso di trasferimenti Walnut aiuta l’adattamento. Le piante anti-ansia? Passiflora, valeriana, escolzia, biancospino in tintura madre, sempre scelte a seconda delle qualità peculiari di ognuno.

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