Wise Society : Cucina ayurvedica per disintossicarsi: i consigli di Chef Didier
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Cucina ayurvedica per disintossicarsi: i consigli di Chef Didier

di Barbara Pozzoni
19 Dicembre 2011

Lo specialista in alimentazione ayurvedica Dino Pellegrino (alias Chef Didier) insegna le regole per depurare l'organismo. E stare meglio

Dino Pellegrino, ricercatore delle filosofie orientali, dal 1985 entra in una comunità spirituale. Viaggia in India per diversi anni dove approfondisce la cucina vedica. Sotto la guida degli insegnamenti di Baktivedanta Swami Prabhupada. Nei successivi 10 anni è stato responsabile della cucina presso la comunità spirituale.

Chef Didier, cucina ayurvedica

Foto nadesh-ayurveda.com

Attualmente, con lo pseudonimo di Chef Didier, si occupa di alimentazione ayurvedica da oltre 20 anni e ha elaborato ricette ricche di gusto e di colore.

Ha praticato Baktyoga ed ha iniziato ad approfondire l’Ayurveda con il Maestro Joytimayananda per poi proseguire la sua formazione con Fabio Basalisco e Marina Genzini presso L’Istituto Nadesh. Tiene corsi e seminari sia in Svizzera che in Italia e lavora a Chiasso presso il Centro Luce Vitale come terapista ayurvedico. E’ fondatore e presidente dell’ Associazione Dhanvantari, centro studi ayurveda di Lugano e collabora con la scuola Nadesh Ayurveda come consulente di alimentazione e filosofia ayurvedica.

Eliminare dall’organismo gli elementi nocivi con l’Ayurveda. Come si fa?

Secondo l’Ayurveda prima di intraprendere qualsiasi terapia o dieta, sarebbe bene pulire l’interno del nostro corpo. Quindi occorre affrontare un breve periodo disintossicante e per farlo ci si fa aiutare dai gusti. Ne sono contemplati sei: salato, dolce, piccante, amaro, astringente e aspro. Ognuno di questi inserito nell’alimentazione quotidiana, ci dà la possibilità di usare al meglio i nostri sensi (occhi, olfatto, gusto) perché gli oli eterici contenuti in questi sapori, aprono le nostre papille gustative e lanciano un messaggio alla testa a livello neurologico.

Si parte dalla lingua che è la prima sede, per poi passare allo stomaco, dove si trova questo grande laboratorio che è la nostra  pancia e tutti sappiamo quanto sia sensibile. Non a caso molti se ridono o piangono si mettono una mano sulla pancia, così come la prima cosa che si fa quando un bimbo piccolo piange e non sappiamo perché, è di massaggiarlo sul ventre. La pancia è la nostra “centralina”, il laboratorio dell’alimentazione. Pensate a tutto il lavoro che fa durante l’intera vita: lavora incessantemente e noi non facciamo altro che riempirla di ogni cosa, spesso non ascoltando i messaggi che ci lancia.

A quali alimenti dobbiamo dare la preferenza, per una corretta disintossicazione?

Prima di parlare di cibo tornerei al discorso dei gusti. Per disintossicarsi, l’Ayurveda ne utilizza tre: l’amaro che è il primo e il più importante e ci suggerisce di introdurre nella nostra alimentazione quotidiana verdure a foglie verdi come bietole, cicorie, catalogna e insalata rossa. Anche il sedano, leggermente astringente, ma anche amarognolo, aiuta nella disintossicazione. 

Poi passiamo al piccante o pungente. Del piccante (si intende il peperoncino rosso) va fatto un uso moderato, ma regolare. In alternativa si può usare il pungente, meno forte, e quindi alla portata di tutti: un gusto caratteristico di una radice come lo zenzero, oppure della cipolla, della cannella, dei ravanelli e del pepe nero.

Il terzo gusto è l’astringente, per noi meno frequente e di cui si parla poco. Ebbene, tutte le leguminose secche (lenticchie, fagioli, piselli) hanno un gusto astringente, cioè hanno il potere di asciugare l’acqua che si deposita in eccesso nel nostro corpo. Ci sono infatti casi in cui, anche se non si è in sovrappeso, l’acqua al nostro interno, è dominante o stagnante ed il corpo  come indolenzito, sentiamo pesantezza negli arti e ci si sente gonfi anche se siamo magrolini. Ecco, tutto ciò che ha un gusto astringente diventa essenziale per sgonfiare il nostro corpo. Riassumendo: l’amaro libera e depura l’organismo, crea spazio; il piccante rappresenta il fuoco digestivo ed è metaforicamente considerato come un dio che all’interno del nostro stomaco brucia le tossine del carburante che noi ingeriamo e ce lo fa assimilare e digerire; l’astringente asciuga il nostro corpo dai liquidi in eccesso.

E gli altri tre gusti?

Gli altri tre, il dolce, il salato e l’aspro, durante una cura disintossicante vanno usati molto poco, perché potrebbero causare stordimento. Nell’alimentazione moderna purtroppo si eccede troppo in questo senso e quindi si ingeriscono troppi sali e glutammati, sostanze che senza dubbio aumentano il sapore dei cibi, ma mancano di vitalità. Dobbiamo imparare a interagire col nostro corpo, quindi cerchiamo di ascoltarlo e di non riempirlo sempre di pane, pasta o pizza, con il risultato di rischiare intolleranze alimentari oppure ad allergie al glutine o al frumento. Non a caso obesità e anoressia sono due patologie, due comportamenti errati cui si approda in seguito ad un’alimentazione sbagliata. Dobbiamo invece nutrirci con qualsiasi cosa ci aiuti a riprendere il gusto naturale degli ingredienti che si trovano sulla terra.

Spezie nella cucina ayurvedica

Photo Calum Lewis / Unsplash

Ma allora come si può insaporire un piatto?

Il trucco sta nell’imparare a sostituire il sale o i condimenti già pronti con le spezie. La cucina Ayurvedica per ogni preparazione ne utilizza da un minimo di due ad un massimo di dieci. Per aumentare il sapore dei nostri cibi basta avere sempre in casa anice, coriandolo, finocchio, zenzero, cumino e della curcuma. Quest’ultima, considerata lo zafferano dei poveri, per il basso costo, è frutto di una radice che aiuta a depurare il sangue, inoltre secondo alcuni studi medici recenti è anche un potente antiinfiammatorio che potrebbe contribuire a combattere gravi malattie quali tumori ed Alzheimer; insomma un vero toccasana che messo a fine cottura nei nostri piatti darà un buon contributo al nostro fuoco gastrico.

Non abbiamo ancora parlato dell’aspro e per aspro intendo il limone o l’arancio. Ecco durante la nostra dieta disintossicante è sufficiente un bicchiere di spremuta al mattino, magari accompagnata da un cucchiaio di miele (abbinata aspro-astringente)

E cosa possiamo bere invece durante i nostri pasti?

Io suggerisco sempre di preparare una buona tisana a base di spezie, cannella, finocchio, cardamomo e zenzero. Li mettiamo in acqua fredda e dopo che li abbiamo fatti bollire per una decina di minuti, il nostro infuso è pronto. Se beviamo acqua, non dovrà mai essere fredda, ma soprattutto non dovremo berne mai più di un bicchiere durante il pasto, perché se diluiamo troppo il contenuto del nostro stomaco si dilata e provoca gonfiore. Importante è anche dedicare il giusto tempo alla disintossicazione, che deve essere fatta in totale relax, quindi meglio durante un weekend,  preparando prima gli ingredienti e cercando di non essere disturbati.

Se volete approfondire, qui sotto una dimostrazione pratica di Chef Didier

Depurarsi mangiando from Wise Society on Vimeo.

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