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Laura Gatti: «Gli alberi, un aiuto per noi e per le nostre città»

di Andrea Ballocchi
3 Ottobre 2016

Laura Gatti, paesaggista e agronoma, spiega quali e quanti siano i benefici nel contare su parchi e infrastrutture verdi nel contesto urbano. E quanto sia utile investire sul green

Le città italiane sono sufficientemente green? Secondo un rapporto Istat pubblicato quest’anno, il verde urbano costituisce il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (dati 2014). Si aggiunga che il 16,1% della superficie comunale è inclusa in aree naturali protette. Ma se si vanno a vedere i dati relativi all’inquinamento atmosferico e acustico ci si rende conto che molto si può e si deve fare per migliorare lo stato delle nostre città in termini di ecosostenibilità.

Bosco verticale

Secondo l’architetto e paesaggista Laura Gatti, nelle città italiane dovrebbero essere realizzati più infrastrutture verdi e alberi

Ne è convinta Laura Gatti, agronoma e paesaggista di fama internazionale. È stata, tra l’altro, la consulente tecnica agronomica per il progetto del Bosco Verticale, premiato quale grattacielo più bello del mondo nel 2015. Opera da più di 20 anni nel settore della progettazione e della gestione di aree verdi pubbliche e private ed è stata una delle protagoniste all’International Meeting of the Landscape and Garden, che ha visto la presenza di alcuni dei più importanti esperti di paesaggio del mondo.

Quanto bisogno di verde hanno le città italiane e come si può intervenire per svilupparlo?

Le città ne hanno un bisogno disperato. C’è bisogno però di una pianificazione attenta. Si consideri, però, che gli strumenti di rigenerazione e di riequilibrio che si fondano sul verde ottengono, a parità di costi iniziali, i risultati migliori. Non stiamo parlando di interventi così onerosi come spesso si tende a pensare. Purtroppo domina l’idea che il verde sia un puro onere economico quando invece è il migliore investimento possibile per le città. Dal punto di vista degli strumenti ecosistemici, ce ne sono di diversi tipi, riguardanti sia le aree verdi sia gli interventi legati alla gestione dell’acqua, come possono essere i green roof, le pareti verdi o i giardini pensili: soluzioni ottime non solo per la loro funzione di riequilibrio ambientale e la riduzione dell’inquinamento, ma anche efficaci strumenti per regolare il deflusso delle piogge. Ci sono svariati studi che comprovano quanto l’adozione di misure “verdi” sul lungo periodo apporti benefici in grado di compensare ampiamente i costi.

Ci sono particolari tipi di piante che meglio si adattano a vivere in città e a offrire benefici ambientali significativi?

Certo. Occorre però considerare che le piante in città trovano condizioni differenti rispetto al loro habitat naturale. Detto questo, esistono piante più efficienti ad assorbire metalli pesanti come altre più efficaci a catturare le polveri sottili, o altre ancora più adatte a sfruttare meglio l’acqua a disposizione. Un esempio: in una città come Milano nella condizione-tipo più difficile in assoluto come le arterie stradali, una delle piante più efficienti è il bagolaro (presente, tra l’altro, in pieno centro storico) rispetto al tiglio, al platano o all’ippocastano, decisamente più diffuse nel contesto metropolitano.

Quali dovrebbero essere gli interventi prioritari di sviluppo urbano da adottare?

La migliore cosa da fare è piantare grandi alberi, trovando loro uno spazio adatto. Invece, la tendenza attuale è quella di piantare alberelli, più gestibili, ma meno efficaci. Ma un albero grande, a parità di spazio occupato, solo per effetto del volume e della massa della chioma, apporta vantaggi decisamente superiori. Una città lungimirante come New York, non ha paura di investire sulla superficie di canopy (ossia la volta, la porzione superiore delle chiome), per aumentarla del 20% in un ragionevole lasso di tempo.

Oltre alla migliore qualità dell’aria, quali sono i benefici comprovati scientificamente dalla presenza di piante in città?

Ci sono molteplici studi che non solo dimostrano, ma quantificano i benefici offerti dagli alberi, spaziando dall’aspetto sociologico (riduzione di danni vandalici; diminuzione di episodi di microcriminalità) ai vantaggi per la salute, anche in termini di allungamento dell’aspettativa di vita e dell’attenuazione delle problematiche cardio-respiratorie.

Alberi. Bosco Verticale, infrastrutture verdi

Nel Bosco verticale di Milano “abitano” migliaia di piante e alberi

L’esperienza del Bosco verticale cosa ha insegnato a ingegneri e architetti e quali prospettive può aprire per una migliore fruizione del verde a chi abita in città?

La sfida, vinta, del Bosco Verticale per i progettisti è stata quella di immedesimarsi in un albero, di “ragionare” come lui, di metterlo nelle condizioni migliori di vita. In generale, ha aperto la strada a moltissimi interventi progettuali finora rimasti troppo spesso sulla carta. È il primo esempio in assoluto, ma non l’unico. Infatti, con l’architetto Stefano Boeri, l’ideatore, stiamo lavorando in Svizzera (Torre dei Cedri, a Losanna) e in Cina (Vertical Forest, a Nanjing). Un altro pregio indubbio è aver richiamato l’attenzione generale sulla necessità umana di tornare ad avere un rapporto ancestrale con l’elemento naturale.

A suo giudizio, ci sono città italiane che danno prova di essere più attente al verde e al suo sviluppo urbano?

Il quadro italiano in questo senso è desolante, purtroppo. Ci sono esempi sporadici: penso a Bolzano, che ha introdotto l’uso dei tetti verdi, o altre città che stanno portando avanti politiche lievemente più attente, ma siamo ben lontani dai livelli di volontà espressi dalle città nordamericane, ma anche da Parigi o Londra. Basta aprire le loro pagine web istituzionali per scorgere i molteplici progetti riguardanti le infrastrutture verdi. E non parlo solo di parchi: ci sono strade alberate, pareti verdi, giardini pensili e altri correttori ambientali.

Al di là dei benefici ambientali, cosa possono insegnarci gli alberi, specie quelli inseriti nei contesti urbani?

Dovremmo imparare dalla loro capacità di adattamento, davvero straordinaria. Non potendo allontanarsi, riescono ad adattarsi alle condizioni in cui si trovano a vivere, attuando una strategia incredibile basata sul minimo dispendio di risorse. Non solo: accolgono ogni forma di vita senza respingerla; persino i nemici diventano delle opportunità.

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