Wise Society : Nuove professioni: alimentazione, salute e ICT i settori più quotati

Nuove professioni: alimentazione, salute e ICT i settori più quotati

di Chiara Bondioli
12 Marzo 2013

I dati presentati all’Università Ca’ Foscari di Venezia da AlmaLaurea, consorzio interuniversitario che rappresenta il 78% dei laureati in Italia, dipinge una situazione dei giovani italiani non certo confortante: dopo un anno dalla laurea molti guadagnano in media 1024 euro al mese e sono già fortunati rispetto a quel 20,8 che è ancora in cerca di occupazione mentre solo il 35% è stabile con un contratto a tempo indeterminato o un’attività che garantisce un’entrata utile a vivere in modo autonomo.

In generale il sospirato pezzo di carta in Italia non premia un granché e la crisi ha peggiorato ulteriormente la situazione. I tempi richiedono quindi una chiarezza di visione e di obiettivi e un aiuto da parte della scuola a focalizzare meglio quali sbocchi professionali si possano aprire una volta terminata la scuola superiore e l’università.

Per agevolare l’incontro tra il mondo del lavoro e quello della scuola si è tenuto a Milano il convegno Futurecamp Europe: job projects for young people, organizzato dall’associazione Women & Technologies, dove sono stati invitati ragazzi della scuola superiore (purtroppo solo realtà private perché a detta delle organizzatrici i gangli burocratici hanno impedito che vi fossero anche studenti delle pubbliche), insegnanti, genitori, imprenditrici, ricercatrici e professioniste.

Dalle oltre tre ore di incontro, seguito con grande vivacità dai ragazzi, sono state evidenziate alcune aree di interesse che nei prossimi anni saranno destinate a emergere in modo significativo. Marisa Porrini, Professore Ordinario, Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente (DeFENS) dell’Università di Milano, ha analizzato la centralità del settore alimentare, eccellenza del made in Italy, che offre uno scenario molto ampio dove si richiedono competenze tra le più diverse. Innanzitutto l’agricoltura dove si dovrà sempre di più lavorare sulla riqualificazione del territori rurali e urbani, sull’impatto dei processi produttivi sull’ambiente e sulla certificazione dei prodotti.

Poi la trasformazione degli alimenti, che significa controllo della qualità, tracciabilità e certificazione, e la loro la progettazione che integri la tecnologia con la conoscenza e il rispetto delle coltivazioni e delle tradizioni locali. Un altro aspetto sempre più rilevante riguarda lo studio del packaging, che deve interagire con l’alimento preservandone le caratteristiche sensoriali e nutrizionali, e infine la scienza che studia i comportamenti del consumatore per poterlo poi orientare sulle scelte più salutari e corrette.

Marina Carini, Professore Ordinario, Direttore Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Milano, ha evidenziato i dati positivi di un nuovo settore, la nutraceutica, scienza che integra farmaceutica e nutrizione per produrre alimenti funzionali alla salute e al benessere, «Nel 2012, nonostante la crisi dei consumi, il settore ha registrato una crescita del 18%», come d’altro canto anche quello delle biotecnologie nel settore farmaceutico. La tecnologia, filo rosso che unisce le professioni emergenti, «è la protagonista anche di nuovi ambiti di specializzazione, come mobile, device, cloud computing, social media e business analytics, per citarne alcuni» ha sottolineato Anita Longo, Docente del Dipartimento di Scienze dell’economia e della gestione aziendale dell’Università Cattolica, che ha aggiunto come, ad esempio, siano sempre più richieste le competenze tecnologiche specifiche applicate ai vari settori che definiscono il buon funzionamento della città del futuro, le smart cities.

Insomma il panorama è molto ampio e sarebbe di aiuto un coach che orientasse i ragazzi, guidandoli innanzitutto nella conoscenza di se stessi, delle loro capacità e delle loro passioni. Secondo Tullia Martiradonna, Senior Consultant, Rochester Executive Search e Professional Coach, non bisogna mai smettere di chiedersi, esercizio utile a qualsiasi età, Cosa mi piacerebbe fare? Cosa non mi piacerebbe fare? Quali sono i miei interessi? E non smettere mai di apprendere, di essere curiosi, di ascoltare, ha concluso Gianna Martinengo, Fondatrice e Presidente Didael KTS S.r.l. e Associazione Donne e Tecnologie, «Una capacità, quest’ultima, poco applicata e che invece nella vita e nel lavoro aiuta moltissimo»

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