Wise Society : Dall’orto biodinamico a Steiner. I segreti della bellezza secondo Wala

Dall’orto biodinamico a Steiner. I segreti della bellezza secondo Wala

di Donatella Pavan
14 Febbraio 2012

L'impresa tedesca fondata da Rudolf Hauschka nel 1935, produce prodotti di cosmesi da piante officinali. Con un approccio alla bellezza che nasce dal massimo rispetto per l'uomo e l'ambiente. Una visione olistica e non invasiva. Che (incredibile a dirsi) ha sedotto anche grandi star di Hollywood

Da più di 80 anni Wala, azienda biodinamica tedesca, studia gli effetti benefici delle piante officinali. Nella sede di Boll/Eckwaelden, vicino a Stoccarda nulla è lasciato al caso, tutto è pensato nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, dallo stabilimento costruito secondo le regole dell’antroposofia all’uso dell’esposizione ritmica alla luce dell’alba e del tramonto per la conservazione dei prodotti in sostituzione dei conservanti.

La medicina omeopatica e l’influenza di Steiner

 

Distribuita in 40 Paesi e con un fatturato in crescita costante – 23 milioni di euro nel 1997, 100 milioni nel 2010 e secondo i primi dati 107 milioni nel 2011 – Wala Heilmittel GmbH (www.wala.it) con 600 dipendenti e 900 rimedi medicinali, nonchè 130 prodotti per la pelle è la dimostrazione che il rispetto dell’uomo e dell’ambiente possono dar vita ad un circolo virtuoso, che fa bene anche agli utili. Alla base ci sono i principi della medicina omeopatica: la pelle come il corpo ha tutte la capacità per rigenerarsi e guarire, l’importante è stimolarla nel modo più appropriato. Per farlo hanno studiato prodotti senza conservanti a base di piante officinali biologiche o biodinamiche raccolte a mano, tutte provenienti dal giardino botanico aziendale o da coltivazioni rigorosamente certificate e controllate coltivate nei Paesi in via di sviluppo, come l’India e l’Afghanistan, mentre la lavorazione avviene nell’azienda madre. Non sono diventati famosi attraverso la pubblicità – non ne hanno mai fatta – ma attraverso il passaparola di chi li provava e non li abbandonava più. In un mondo invaso da facce di plastica, li distingue un approccio diverso alla bellezza che, incredibile a dirsi, ha sedotto anche protagoniste dello star system americano (tradizionalmente affezionato alla chirurgia) come Julia Roberts, Madonna e Jennifer Aniston.

Un percorso costruito a tappe

 

Tutto parte nel 1924 quando Rudolf Hauschka, chimico viennese alla ricerca di un metodo di lavorazione per produrre rimedi naturali senza l’uso dell’alcool come conservante, partecipa ad un convegno antroposofico ad Arneiheim, in Olanda. È in quell’occasione che conosce Rudolf Steiner, il fondatore dell’Antroposofia – la filosofia di pensiero che mette in relazione l’uomo con il cielo e la terra e della scuola steineriana, teoria educativa basata sulla libera espressione delle potenzialità del bambino attraverso l’apprendimento di tutte le arti. Hauschka fa tesoro dei principi di Steiner e prova ad applicarli al procedimento d’estrazione delle piante officinali: per contrastare il naturale processo di decomposizione delle sostanze, prova ad alternare luce e buio, caldo e freddo, movimento e stasi. Il metodo funziona, il primo risultato lo ottiene quando riempie due barili pieni di petali di rosa e li copre d’acqua piovana, uno viene lasciato lì com’è mentre il secondo viene esposto ritmicamente alla luce dell’alba e del tramonto. Dopo tre giorni  i petali di rosa non trattati diventano marroni e assumono un cattivo odore, gli altri rimangono di un rosso vivido e profumano. A distanza di tre settimane sono macerati perfettamente e l’estratto ottenuto contiene tutte le proprietà della rosa. È racchiuso in questa scoperta il futuro dell’azienda tedesca, di lì in poi tutti gli estratti acquosi delle piante officinali, meglio noti come tinture madri, saranno ottenuti con il trattamento ritmico, e avranno un successo tale tra i medici dell’epoca da portare nel 1935 all’apertura di Wala, acronimo di wärme (caldo), asche (cenere), licht (luce), il laboratorio di preparati che s’ispira a questo principio.

Dai medicinali naturali ai “Cosmetici di Elisabeth”

 

La via ai cosmetici si apre nel 1962, con un altro incontro importante, quello con Elisabeth Sigmund, una giovane cosmetologa che aveva approfondito l’uso delle piante officinali con viaggi in India e attraverso la ricerca in antichi manuali monastici (ancora scritti a mano). Anche per lei Steiner è una figura di riferimento importante, il suo libro La missione dell’arte del 1938, era stato quello che l’aveva indirizzata sulla strada della cosmesi, tant’è che in un’intervista recente ne ricordava un passaggio chiave:” …la parola schön ( bello ) è correlata alla parola scheinen (apparire). Qualcosa che è bello appare, vale a dire permette al suo essere interiore di essere visibile”. Ovvero si è belli se si permette al proprio io interiore d’essere visibile. Il mondo dell’estetica si sposa a quello dell’anima e nasce il primo prodotto frutto della collaborazione tra Rudolf ed Elisabeth: è la crema detergente dr. Hauschka: alla base c’è un impasto di mandorle che Elisabeth aveva imparato a fare da sua madre, di lì poco seguono uno dietro l’altro “I cosmetici di Elizabeth”, che ora vanno sotto il nome Cosmesi dr. Hauschka.

Qualità e lavoro d’equipe al primo posto

 

Da allora i prodotti si sono moltiplicati ma la cura della qualità rimane alta: tutte le materie prime subiscono un severo controllo nell’azienda d’Eckwaelden. La nuova sede, costruita nel 2002, ha forme tondeggianti – come previsto dall’architettura steineriana -, prevede il recupero dell’acqua piovana e nidi per pipistrelli sul tetto per contrastare le zanzare. Qui i dipendenti sembrano particolarmente motivati grazie ad una serie di scelte che li coinvolgono nella gestione dell’attività, compresa una riunione mensile che li informa sui progetti in corso. Il principio che vige è quello della legge sociale primaria di Steiner del 1905 che recita: “La salvezza di un gruppo di persone che lavorano insieme è tanto più grande quanto meno il singolo reclama per sé il raccolto delle proprie prestazioni, vale a dire, più il singolo, di questo raccolto, dà ai propri collaboratori, più i suoi bisogni verranno soddisfatti, non tanto dalle proprie prestazioni ma da quelle degli altri”. Così gli utili, considerati il mezzo per raggiungere lo scopo e non lo scopo ultimo, vengono gestiti dalla Fondazione Wala, unica proprietaria della società che non può essere acquistata, venduta o ereditata: alla fine d’ogni anno i guadagni in parte vengono reinvestiti nell’attività commerciale e produttiva,  in parte vengono distribuiti tra i collaboratori. Questa come lo stanziamento di fondi per i bambini dei dipendenti, sono scelte che riportano all’idea fondante di quest’azienda, che mette l’uomo al centro di ogni progetto.

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