Wise Society : Con il progetto LastMinuteSottoCasa il cibo non si butta più

Con il progetto LastMinuteSottoCasa il cibo non si butta più

di Redazione Wise Society
25 Febbraio 2015

Già 20.000 gli utenti registrati al servizio che consente ai negozianti con prodotti alimentari in scadenza di avvisare con una mail i cittadini della zona.

Ogni anno nel mondo sprechiamo 13 miliardi di tonnellate di cibo per un valore di 750 miliardi di dollari. Dati preoccupanti soprattutto calcolando che ne buttiamo 146 kg a testa. Alimenti in scadenza o deperibili che vengono smaltiti ma che potrebbero essere ancora buoni.

Cosa fare dunque? A mettere un argine a questo vero e proprio dramma ci stanno provando quelli della LastMinuteSottoCasa, una start up nata in seno al Politecnico di Torino il cui progetto si sta diffondendo a macchia d’olio su tutto il territorio italiano. L’idea dei fondatori Francesco Ardito e Massimo Ivul prevede di proporre il cibo in eccedenza dei negozi alimentari direttamente ai cittadini che abitano nelle vicinanze in modo che soprattutto prodotti deperibili come il pesce, la carne, i formaggi e il pane possano essere acquistati ad un prezzo scontato e consumati invece di finire nella spazzatura.

I clienti infatti, dopo essersi registrati al sito www.lastminutesottocasa.it, indicano sul loro smartphone a che distanza da casa (e/o dall’ufficio e/o dalla casa di vacanza) vogliono ricevere le proposte, in real time e da quali tipologie di negozio, ricevendo così solo le offerte sotto-casa e per le categorie di prodotto realmente desiderate. Una situazione Win Win Win in cui vincono tutti: vince il negoziante che incassa qualcosa e vede entrare nuovi clienti nel punto vendita, vince il cliente, che acquista a prezzi molto interessanti, vince il pianeta in quanto non viene buttato via. «Un’idea che, oltre alle nostre tasche, punta a fare del bene alla sostenibilità del pianeta», raccontano i promotori.

Nato per le panetterie, LMSC vede oggi coinvolti anche pastifici, gastronomie, frutta-verdura, macellerie, pescherie, bar: tutti esercizi che vivono il problema degli alimenti a rischio deperimento. Sono già 20.000 gli utenti privati registrati e 400 sono i negozi. Ma il numero è destinato a crescere: è appena partito da Palermo un tour che toccherà le principali città italiane, dove il progetto verrà illustrato ad amministrazioni locali, media e associazioni di categoria.

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