Vivere con Lentezza Onlus

“Bidonville di Jaipur Scuole di base per accedere all’istruzione superiore. Prosecuzione degli studi per ragazze meritevoli altrimenti destinate a lavori molto umili o equivoci. Sostegno per maestre in difficoltà per evitare doppi lavori che riducono l’impegno educativo.
Casa Circondariale di Pavia: Gruppo di lettura ad alta voce, avviamo i detenuti alla scrittura con il mensile del carcere, per elaborare la comunicazione e la narrazione”.

L’Arte del Vivere con Lentezza Onlus è un progetto nato nel 2005 per riflettere su cambiamenti possibili e duraturi, in un mondo in trasformazione rapida e imprevista. Il rallentare deriva da una visione, significa adottare e proporre, a partire dal proprio quotidiano, soluzioni che reggano nel tempo e che innestino un’inversione nella vita, profondendo impegno e passione, sapendo di essere pianeti dell’intera costellazione umana. Dopo più di 10 anni siamo anche cohousing diffuso e luogo di meditazione.

Vivere con Lentezza: un progetto di consapevolezza, sostenibilità e attenzione

Vivere con Lentezza propone la propria essenza, improntata sul praticare, e non nel solo comunicare la sostenibilità, come strategia per cambiare prospettiva sulle nostre scelte negli stili di vita e sui consumi. Una sostenibilità di lungo periodo, dove in mancanza di un welfare pubblico, per occuparsi di bambini, anziani, malati è necessario pensare a un modo di vivere in comunità. Un “I care” coniugato con estrema chiarezza anche negli ultimi lavori di Naomi Klein. A questo proposito il nostro progetto mette in risalto il tema della convivenza che trova la sua ricaduta nel cohousing, dove la sostenibilità viene attuata nel sostenere che non occorre costruire nuovi edifici o quartieri che divorano altro territorio, ma è sufficiente riappropriarsi di quei luoghi, borghi che sono sempre più disabitati e non utilizzati. Un esempio di questo tipo è dato dalla collaborazione di Vivere con Lentezza con il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano per il progetto Avanzi che, in collaborazione con il Comune di Milano, propone il riutilizzo creativo di edifici abbandonati della città.

Ci sono oggi sperimentatori e ricercatori che provano il modello comunitario come scelta di vita. La lentezza, il suo approfondimento portano a soppesare le scelte, a verificare che siano adatte davvero a noi stessi, agli altri e all’ambiente. La ricerca senza risposte precostituite di un nuovo stile di vita, che accetta di riutilizzare, macchine, vestiti, libri, che accetta di non avere tutto subito, che accetta di prendersi cura di chi ha accanto. Dalla collaborazione con l’Università Cattolica è nato invece lo Slow Brand Festival che mette in rilievo le aziende che vanno controcorrente ponendo il tema della lentezza come punto qualificante del rapporto con il personale, con i clienti e della comunicazione e che premia in una sezione le Slow Factory che si prendono cura del territorio.