Goodpoint

“Affiancare le imprese, profit e non profit, che intendono svolgere bene il proprio ruolo nella società, è il nostro modo per partecipare al suo sviluppo, favorendo il superamento della distinzione tra “mondo dell’etica” e “mondo dell’economia” e con questo, crediamo, la crescita sostenibile della comunità in cui viviamo”.
Nicoletta Alessi, Presidente

Goodpoint nasce per affiancare e supportare le organizzazioni non profit, gli enti istituzionali e le aziende nella pianificazione e realizzazione di progetti per la comunità, aiutandole a svolgere in modo strategico e sostenibile il proprio ruolo sociale.

Il “Larsen C model®” di Goodpoint

Grazie all’esperienza maturata negli anni, Goodpoint ha elaborato una propria visione dell’impatto sociale di un’impresa. Il modello è un tentativo di classificazione che cerca di rappresentare le varie sfaccettature dell’impegno sociale, ispirandosi all’immagine di un iceberg (da cui “Larsen C”, gigantesco blocco di ghiaccio recentemente staccatosi dall’Antartide), suddiviso in 4 strati.

In tale lettura, il più significativo impatto sociale di un’impresa, la sua prima responsabilità, sta nel fare bene il proprio mestiere, realizzando buoni prodotti, garantendo buoni posti di lavoro e creando un valore economico. Nessuna iniziativa di CSR dovrebbe prescindere da una solida assunzione di responsabilità a questo livello. Nella fascia centrale dell’iceberg si trova la CSR in senso classico: le azioni attraverso cui l’azienda presidia i KPI sulla performance sociale e ambientale e sulla soddisfazione degli stakeholder (il cuore dei bilanci sociali e dei report di sostenibilità), suddivise in due livelli: la gestione dell’impatto (in senso “negativo”) e la cura speciale del contesto (“positivo”). Pur avendo un impatto straordinario sulla relazione con gli stakeholder, spesso non bucano la “superficie dell’acqua”, l’accesso al grande pubblico.

Nella punta emergente dell’iceberg stanno quei “progetti bandiera” che pur non rappresentando la totalità dell’impegno hanno l’obiettivo di dare visibilità ampia alla CSR e sono oggetto di investimenti di marketing e comunicazione specifici. Non si tratta di iniziative di pura immagine ma sono anzi ciò che deve emergere perché, da fuori, l’impegno diventi visibile e indagabile. Questa valorizzazione è forse indispensabile per raggiungere l’auspicato cambiamento di paradigma a livello sistemico: sarà un mondo migliore quello in cui le persone orienteranno i propri consumi in base alla “bontà” delle imprese. Perché questo accada, devono saper raggiungere le persone raccontando belle storie, immediate e facili da capire, fondate però su un solido iceberg di responsabilità.