Wise Society : Via libera al Bici Day, si farà. Ma le città sono pronte a muoversi su due ruote?
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Via libera al Bici Day, si farà. Ma le città sono pronte a muoversi su due ruote?

di Ilaria Lucchetti
7 Maggio 2012

Ok alla giornata nazionale, da stabilire il "quando"

Il giorno esatto non è ancora stato deciso però la buona notizia è che si farà, come confermatofoto di birnarem/flickr dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

<<La assicurazione di voler mantenere la Giornata nazionale della Bicicletta, espressa oggi dal ministro ci fa ovviamente piacere e, visto che non è stata ancora stabilita una nuova data, suggeriamo di farlo in un giorno infrasettimanale che dimostri come la bicicletta in città possa essere un mezzo di trasporto a tutti gli effetti in grado di liberaci da smog e traffico – ha commentato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – Farlo di domenica come succedeva con il precedente governo la esaltava di più come strumento di svago anziché incoraggiarne l’uso come mezzo di trasporto>>

Fin qui la cronaca degli ultimi sviluppi legati alla giornata celebrativa, dal valore simbolico e di esempio. Ma siamo sicuri che le città siano attrezzate per una effettiva mobilità infrasettimanale sulle due ruote “green”?

Perché, a parte la scarsità di piste ciclabili di cui tutti siamo a conoscenza e dei pericoli che si corrono a pedalare sulle strade, ci sono anche altri ostacoli da superare.

A Milano, ad esempio, se si vuole fare un percorso integrato bici-metropolitana, dal lunedì al venerdì, ci sono delle restrizioni ben precise da rispettare che non agevolano l’utenza.

Primo, gli orari: con la propria due ruote si può salire in carrozza soltanto dall’inizio del servizio alle 7 e dalle 20 a fine servizio. Quindi, un qualunque lavoratore che volesse muoversi in questo modo non sarebbe libero di circolare in base alle proprie esigenze, ma dovrebbe sottostare a limitazioni di tempo. Per le quali, peraltro, c’è una spiegazione: non esistendo un vagone apposito per le biciclette, l’introduzione della due ruote in treni comuni e in fasce orarie di “picco”, creerebbe intralci evidenti.

Ma i disagi non finiscono qui, un’altra difficoltà è quella del trasporto del proprio mezzo sulla banchina. Infatti non è possibile utilizzare le scale mobili, ma bisogna caricarsi la bici in spalle e farsi le varie rampe di scale – salita e discesa – a piedi.

Complicazioni sufficienti ad abbandonare l’idea? Soluzioni funzionali a rivoluzionare il trasporto cittadino in senso compatibile con l’ambiente?

Certo, esistono i modelli pieghevoli che, in un batter d’occhio, si smontano e trascinano come un trolley, permettendo così di eludere le pecche descritte sopra. Ma per quale ragione una persona dovrebbe sobbarcarsi il costo dell’acquisto di una nuova due ruote? Per ovviare alle mancanze dell’amministrazione del suo Comune?

Forse quella che si considera, ed è considerata, la metropoli più europea e più “avanti” d’Italia, dovrebbe studiare un piano maggiormente in linea con le esigenze di chi desidera spostarsi in maniera sostenibile. Altrimenti sono soltanto le solite parole al vento.

E voi, avete mai provato a girare Milano in questo modo e per motivi di lavoro? E che tipo di riscontri avete avuto?

 

 

 

 

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