Wise Society : Il baratto aziendale ai tempi della crisi
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Il baratto aziendale ai tempi della crisi

di Francesca Tozzi
23 Febbraio 2012

Si sa che il tempo della crisi è il tempo delle scelte creative. Imprenditori e produttori in difficoltà con i bilanci riscoprono il valore del baratto. Così nasce Cambiomerci.com, un network di baratto fra aziende che desiderano dimezzare i costi senza rimetterci in termini di produttività. il sito  supporta il baratto di merci, utilità e software fra imprese.

Il principio è fare a meno del denaro liquido (almeno in parte) per mettere a disposizione i beni fisici. Se, ad esempio, una società di telefonia ha bisogno di finanziare una campagna di promozione pubblicitaria su carta stampata, aderendo al network Cambiomerci potrà trovare un editore disposto a procurarle carta e spazi pubblicitari ad un costo vantaggioso per entrambi. Si tratta di una delle storie riportate dal portale ufficiale del network: “Cambiomerci ha soddisfatto entrambe le parti: considerando, per praticità, che cento fosse la somma da pagare all’editore, cinquanta sono stati pagati in cash e cinquanta con lo scambio di prodotti. La società di telefonia ha messo a disposizione del barter prodotti per un valore pari a cinquanta, e ha ottenuto i crediti necessari per concludere l’operazione intaccando la liquidità in misura inferiore che se avesse concluso l’operazione al di fuori del circuito di barter. L’editore non ha perso l’affare, vendendo lo spazio pubblicitario, ed ha ottenuto crediti utili all’interno del barter”.

In realtà l’aspetto più importante di questo network è il risalto attribuito all’interazione fra aziende, ma lo scopo rimane quello della convenienza dell’affare, senza rovesciare nessun modello economico. Non occorre citare Marcel Mauss o Karl Polanyi per ricordare che fra baratto e scambio non c’è nessuna differenza. Il baratto rientra nella logica dello scambio di merci in funzione utilitarista e a contraddistinguerlo non è tanto il come, quanto il cosa.

Una versione innovativa del baratto viene dall’esempio dei Gruppi di Acquisto Solidale (G.a.s.). Realtà in crescita, come prova il suo diffuso riconoscimento e decisiva soprattutto per quei piccoli produttori che fanno scelte coraggiose, come quella di dedicarsi al biologico e di garantire condizioni etiche di lavoro ed impresa. I Gas non si basano sul dono e neppure fanno a meno del denaro, ma barattano progetti, qualità e fiducia all’interno di uno stesso territorio. Le storie che nascono da questa iniziativa sono incoraggianti, come quelle del Gas Newroz di Pisa, che ha avviato e positivamente intrapresa la campagna di pre-finanziamento Adottiamo un albicocco a sostegno di un produttore in difficoltà. Il principio, in questo caso, non è fare dell’assistenzialismo, ma neppure ricavare la massima convenienza dallo scambio. Lo scopo è anche il principio ed è quello della cooperazione solidale.

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