Wise Society : Disoccupazione in crescita e sulle spalle dei giovani
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Disoccupazione in crescita e sulle spalle dei giovani

di Francesca Tozzi
10 Luglio 2012

L'Ocse presenta il suo ultimo rapporto sulle prospettive del lavoro in Italia e in Europa. A pagare il prezzo della crisi sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni, e i lavoratori meno qualificati

Foto di Incase/flickrNon ci sono buone prospettive per i lavoratori italiani, soprattutto non ce ne sono per i giovani lavoratori. In attesa di capire dove ci porterà la discussa riforma del mercato del lavoro, recentemente approvata, contano i numeri. E sono numeri che parlano di 48 milioni di disoccupati in Europa a maggio 2012, quasi 15 milioni in più rispetto all’inizio della crisi. Livelli record. L’Ocse ha presentato oggi a Parigi il suo ultimo rapporto sulle prospettive dell’occupazione, un rapporto che mostra come l’Italia stia pagando particolarmente i costi della crisi e come tutto questo pesi sulle giovani generazioni, costrette ad appoggiarsi alla famiglia fino a data da definirsi.

 In Italia la percentuale dei giovani precari tra i 15 e i 24 anni è ormai del 50%; nel 2011 era del 49,9%, nel 2010 del 46,7% e nel 2009 del 44,4%. Un’escalation del lavoro precario che ben si abbina alla crescita reale e prevista dei livelli di disoccupazione. Secondo il rapporto Ocse, nel nostro Paese il costo occupazionale della crisi “non è distribuito in modo uniforme. Sono stati soprattutto i giovani e i lavoratori meno qualificati a perdere il lavoro”. Poi ci sono i giovani qualificati che, appena possono, vanno a lavorare e a vivere da un’altra parte. Magari non in Europa dato che, sempre secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il tasso di disoccupazione a maggio è stato dell’11,1%, il dato più elevato mai registrato. La Spagna quest’anno raggiungerà un livello di disoccupazione del 24,5% e la Grecia del 21,2%. Seguono Francia con il 9,8% e Gran Bretagna con l’8,6% di disoccupati. Tanto vale ripiegare sulla Germania, il Paese che ha più lavoro da offrire (con un tasso stimato dall’Ocse intorno al 5,4%) o aspettare, e sperare, che il pacchetto di riforme approvato a giugno sblocchi la flessibilità in entrata anche nel nostro Paese.

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