Wise Society : Case accessibili: a Modena un esperimento modello

Case accessibili: a Modena un esperimento modello

di Olivia Rabbi
22 Febbraio 2012

Tapparelle e luci automatiche, porte scorrevoli, fuochi a piastra elettrica. Grazie alla domotica quattro famiglie emiliane con persone disabili possono vivere in completa autonomia

A Modena, grazie alla collaborazione fra amministrazione comunale, associazioni e costruttori sono stati realizzati e assegnati quattro nuovi alloggi che consentono a persone con disabilità fisiche o sensoriali di vivere in perfetta autonomia. Il segreto è la domotica, che applicata agli spazi abitativi consente di controllare pienamente tutte le funzioni e le tecnologie dell’appartamento e degli arredi.

Gli alloggi, da circa 70 metri quadrati di superficie per tre locali (soggiorno con angolo cottura, camera da letto matrimoniale e singola, bagno) sono collocati al primo piano di un edificio di tre livelli per 21 appartamenti in totale, costruito dalla cooperativa Unicapi su un’area Peep di edilizia popolare. Per la realizzazione e la domotizzazione degli alloggi Comune di Modena, Fondazione Vita Indipendente e Unicapi hanno sottoscritto un accordo ad hoc che ne vincola l’utilizzo da parte della Fondazione per 25 anni, a un canone di affitto mensile contenuto per gli utenti. Al progetto di domotizzazione ha contribuito anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha concesso un finanziamento di 130mila euro. Uno sforzo congiunto che lega la produzione di case nuove alle esigenze di abitabilità per tutti, senza stravolgere il processo progettuale e costruttivo ma sfruttando le ultime innovazioni tecnologiche. Con pochi comandi touch screen e la dotazione di ausili e sistemi completamente automatizzati, gli utenti – quattro famiglie con disabili che comprendono anche una persona single – possono facilmente controllare l’accensione delle luci e l’apertura/chiusura delle tapparelle di casa, cucinare e riassettare grazie al frigo ad altezza ribassata, scolapiatti con meccanismo a saliscendi, fuochi a piastra elettrica; le porte scorrevoli consentono la massima agibilità dello spazio interno e del balcone abitabile a loggia, mentre il bagno è dotato di maniglioni. Il garage per l’automobile, anch’esso automatizzato, ha dimensioni più ampie per consentire agibilità all’utente in sedia a ruote. Uno sforzo imponente, ma soprattutto la dimostrazione che il binomio sensibilità più domotica può abbattere molte barriere.

«Si tratta di una sperimentazione forte per la città di Modena», spiega Benito Toschi, presidente della Fondazione Vita Indipendente, «sarebbe un bene che le imprese, quando costruiscono, pensassero di più ai portatori di disabilità: gli edifici diventerebbero case per tutti. Mi auguro che qualcuno sia sollecitato in questo senso grazie alla nostra esperienza». Come ricorda Gaetano Venturelli, architetto, vicepresidente della Fondazione e socio di Cerpa Italia Onlus (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), «con la grande disponibilità di Unicapi davanti a idee costruttive adatte per le esigenze dei disabili, il progetto è nato quasi per caso dalla volontà di rendere gli alloggi ancora più accessibili. Tutti e ventuno gli appartamenti sono senza barriere architettoniche e per quattro di questi sono state fatte solo piccole modifiche, la differenza la fa l’installazione delle applicazioni domotiche». Difficile progettare per tutti? «Come professionista non studio mai da solo questi interventi ma mi confronto sempre con gli amici disabili che sanno cosa serve davvero».

 

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