Wise Society : Sydney, obiettivo sostenibilità entro il 2030
Viaggio nelle città più smart & green del pianeta (3)

Sydney, obiettivo sostenibilità entro il 2030

di Rossana Caviglioli
24 Marzo 2016

Con il Sustainable Sydney 2030 taglio drastico delle emissioni, riqualificazione urbanistica e potenziamento del trasporto pubblico ma anche imponenti misure per restituire la baia e i parchi della città agli animali

Una delle città più multiculturali del mondo si appresta a diventare, presto, anche una delle più sostenibili. Sydney, la città più popolosa dell’Australia, ha varato nel 2008 un ambizioso programma di riforme sociali e ambientali, Sustainable Sydney 2030. Il piano, sviluppato dopo aver vagliato a lungo i desideri degli oltre quattro milioni di abitanti, dei pendolari e dei turisti attraverso una serie di indagini, si basa su diversi pilastri: innovazione e sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico, potenziamento del trasporto pubblico e della rete di piste ciclabili, riqualificazione del centro – soprattutto a livello culturale e di vita di comunità – e costruzione di nuove case popolari destinate alle fasce più deboli della popolazione.

Suistainable Sydney 2030: gli obiettivi del programma

Uno degli obiettivi più ambiziosi è quello di tagliare del 70% le emissioni di gas serra entro il 2030 e di produrre il 100% dell’energia utilizzata nelle immediate vicinanze del centro abitato, in modo da renderlo autonomo. Almeno il 30% della produzione verrà da fonti rinnovabili e si pensa anche a un uso massiccio della trigenerazione, che sfrutta i calore in eccesso delle centrali classiche o degli impianti di produzione per alimentare sistemi di refrigerazione e di condizionamento. Per diminuire i consumi, le luci pubbliche saranno sostituite a poco a poco da lampade LED. Ne sono già state installate più di 2500, con conseguente crollo delle emissioni del 27% e un risparmio stimato di 500mila euro ogni anno. Un altro miglioramento è stato ottenuto dotando di pannelli solari la maggior parte degli edifici pubblici mentre le stesse istituzioni locali hanno deciso di dare il buon esempio, proclamandosi, nel 2011, “primo consiglio comunale ad emissioni zero” del continente.

Smart green business per le imprese private

Per quanto riguarda le industrie private, è stato varato il piano Smart Green Business: le circa 600 imprese coinvolte, oltre a mettere un freno allo spreco di acqua e di energia, hanno diminuito di 2400 tonnellate la produzione di rifiuti. L’iniziativa Better Building Partnership ha coinvolto, puntando agli stessi obiettivi, le università, le società di servizi e molti grandi magazzini.

Mobilità sostenibile e infrastrutture green

L’amministrazione sta inoltre progettando una rete più estesa di piste ciclabili e di zone pedonali e sta rinnovando il parco macchine pubblico a favore di veicoli elettrici o a emissioni ridotte.

I punti nevralgici della città, come George Street (che verrà pedonalizzata) Railway Square, Sydney Town Hall e Circular Quay saranno collegati tra loro da un servizio di metropolitane leggere. I cittadini sono incoraggiati ad andare al lavoro in bicicletta, tramite iniziative come la Sydney Rides Challenge: per un mese all’anno l’aeroporto, l’università e le maggiori aziende cittadine, tra cui Qantas, Westpac, eBay e Hilton Sydney, offrono a studenti e dipendenti corsi sulla sicurezza, li aiutano a calcolare il precorso più conveniente per arrivare al lavoro e premiano chi decide di inforcare la due ruote. L’anno scorso l’evento ha coinvolto quasi cinquemila persone.

Tutela della biodiversità

Un altro problema tipico del territorio è il crollo della biodiversità, diminuita drasticamente negli ultimi due secoli. Il piano per il 2030 mira a ripristinare, almeno in parte, la varietà della flora e della fauna locali. Come primo passo, negli ultimi 6 anni sono stati piantati circa 7mila nuovi alberi, e i cittadini sono stati invitati a coltivare solo piante e ortaggi tipici dell’Australia. La costa della città verrà ridisegnata per attrarre gli animali, modificando gli argini artificiali con l’aggiunta di rientranze e stuoie in fibra di cocco, in grado di offrire un riparo. Si tratta della prosecuzione del progetto Glebe Foreshore Path, che ha portato alla riqualificazione di quattro parchi lungo la costa sud della baia di Sydney. Il risultato, nella prima fase, è stato superiore a quello previsto dagli stessi scienziati, con il ritorno nelle acque di Sydney di almeno 28 diverse specie marine autoctone. «L’intento è quello di creare un nuovo corridoio acquatico che corra lungo le coste, da Glebe fino a Elizabeth Bay e che garantisca un rifugio sicuro, grazie a una serie di strutture artificiali, alle specie più vulnerabili», ha spiegato l’ex sindaca Clover Moore, che ha dato vita al progetto. Una riqualificazione che tiene conto spesso anche del design, tanto che sia Sydney Park che la Napier Street Reserve, aree verdi cittadine complete di zone umide e cascate, hanno conquistato il primo posto delle loro categorie ai 2015 LNA Master Landscape Association, il premio che va ai migliori progetti paesaggistici di tutto il mondo.

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