Per far fronte alla costante domanda del mercato interno la Confederazione Elvetica investe nell'acquacoltura, come suggerisce la FAO
Gli Svizzeri negli ultimi anni si sono riscoperti grandi consumatori di pesce e frutti di mare. Si calcola che ne consumino 72’870 tonnellate all’anno, oltre nove chilogrammi a testa, il doppio di quello che consumavano solo 20 anni fa. E che importano per la gran parte dall’estero dal momento che la Confederazione non è bagnata dal mare.
E così la Ocean Swiss, una società di Zurigo ha deciso di riprodurre l’ecosistema marino in alcuni specchi d’acqua a circuito chiuso nei pressi di Lucerna per allevare orate e ombrine. Quello che secondo il progetto è un gigantesco acquario di 24.000 metri quadrati sorgerà a Buttisholz, piccolo comune del cantone lucernese e comincerà a produrre i primi pesci da mettere sul mercato nel 2016. Un impianto costruito con criteri ecologici e nel totale rispetto dell’ambiente, dotato, tra l’altro, di pannelli solari e cellule fotovoltaiche per riscaldare l’acqua. Ma anche di un sistema all’avanguardia per il trattamento dei rifiuti.
Un investimento da 30 milioni di euro in grado di produrre 1400 tonnellate di pesce all’anno prevalentemente destinato al mercato interno. “Il nostro obiettivo è quello di creare un prodotto certificato e identificato come svizzero, con uno standard di qualità elevato”, commentano dalla Ocean Swiss.
Il pesce svizzero sarà anche a chilometro zero e non dovrà sobbarcarsi centinaia o migliaia di chilometri prima di arrivare sulle tavole dei consumatori elvetici. In linea con i dettami della FAO che per far fronte al crescente aumento delle catture nei mari, suggerisce di ricorrere all’acquacoltura.
