Wise Society : La pace ha basi scientifiche

La pace ha basi scientifiche

di Francesca Tozzi
9 Novembre 2012

Accessibilità delle risorse, ergastolo e pena di morte, violenza e razzismo: intorno a questi temi caldi continuano a nascere conflitti. Alla Conferenza Mondiale Science for Peace i premi Nobel daranno delle risposte

Le guerre nascono perché non c’è cibo e acqua per tutti, per il petrolio e il gas, perché non sappiamo vivere liberi senza ledere la libertà degli altri e nel rispetto del loro essere diversi. Dove economia e politica non arrivano, forse può arrivare la scienza. Per questo l’accessibilità globale alle risorse, la pacifica convivenza in diversità e libertà, la pena di morte e l’ergastolo sono stati scelti come temi portanti della Quarta Conferenza Mondiale Science for Peace, il progetto nato nel 2009 per iniziativa della Fondazione Umberto Veronesi e sostenuto da 21 Premi Nobel.

La Conferenza, realizzata in collaborazione con l’Università Bocconi, torna a Milano il 16 e 17 novembre prossimi. Tra i suoi protagonisti Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003, e lo scrittore David Grossman, vincitore dell’Art for Peace Award 2012, accompagnati da Umberto Veronesi, Presidente Science for Peace, e dai Vicepresidenti Kathleen Kennedy Townsend, Giancarlo Aragona e Alberto Martinelli.

Il primo tema che sarà affrontato sarà il rapporto tra scienza e diritto. Le neuroscienze hanno recentemente provato che la nostra mente cambia e si evolve in continuazione durante tutto l’arco della vita: dunque, anche chi ha commesso delitti, può cambiare e reintegrarsi nella società. Alla luce di queste scoperte, si analizzerà il principio dell’ergastolo, rispetto a un percorso di rieducazione della persona, come stabilito dall’Articolo 27 della Costituzione Italiana, che stabilisce che “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Da Milano partirà una campagna di sensibilizzazione a favore di una giustizia rieducativa invece che vendicativa, per il miglioramento della situazione delle carceri italiane e l’abolizione della detenzione a vita. È stato poi provato che la pena di morte non costituisce un deterrente alla criminalità. L’unico strumento efficace per una società più sicura è la rimozione della cause. Ecco perché il secondo tema che la Conferenza affronterà è quello di un accesso più equo a cibo, acqua e salute, la mancanza del quale è spesso causa primaria di conflitti.

La Carta di Science for Peace, redatta nel 2010 dal Gruppo di Lavoro permanente su Università e Ricerca, ha aggiornato i contenuti della Carta di Siviglia del 1989, e conferma che non esistono i cosiddetti “geni dell’aggressività”, quindi la guerra non è scritta nei nostri geni e l’uomo è un essere che tende alla non violenza. Siamo votati alla solidarietà e alla protezione dei più deboli: l’aggressività è solo la risposta a ciò che minaccia la nostra sopravvivenza, oppure è il risultato di fattori esterni, educativi o ambientali. La ricerca scientifica è uno strumento fondamentale per raggiungere l’accessibilità alle risorse, come dimostreranno gli esperti che stanno lavorando su questo tema. In quest’ottica si pone anche la task force medica itinerante di Science for Peace, Together for Peace, che si occupa di fare formazione medica in ambito oncologico a medici presenti in aree di conflitto o di grave necessità. Nel 2012 diventerà operativo il primo ambulatorio di diagnosi del tumore al seno a Herat, dotato di un macchinario diagnostico fornito dalla Fondazione Umberto Veronesi.

La Conferenza affronterà poi il tema della pacifica convivenza tra i popoli, basandosi sull’uguaglianza genetica delle razze: la scienza ha, infatti, dimostrato che le razze non esistono dal punto di vista biologico ed è quindi possibile e naturale che popoli con storie e culture diverse convivano in pace.

 La Conferenza sarà l’occasione per presentare i risultati ottenuti da Science for Peace in questi quattro anni: dalla stesura del primo Codice di Responsabilità bancaria sul finanziamento all’industria degli armamenti agli studi per la futura costituzione di un Esercito Unico Europeo con funzione di peace-keeping, alla promozione di una cultura di pace attraverso la diffusione della Carta di Science for Peace nelle scuole italiane. “La pace non è solo assenza di guerra, ma è un valore da condividere e una convinzione da esprimere in ogni comportamento” ha evidenziato il professor Umberto Veronesi. “Chi si impegna a favore della pace, si impegna dunque nella lotta alla violenza in ogni sua forma, attraverso la creazione e la diffusione di una cultura di pace.”

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