Wise Society : In Trentino il magazzino delle mele è nella ex miniera

In Trentino il magazzino delle mele è nella ex miniera

di Redazione Wise Society
24 Novembre 2014

Altamente sostenibile, il nuovo magazzino della Melinda nelle grotte ipogee riduce il consumo di acqua e le emissioni di Co2

E’ appena entrato in funzione a Segno di Taio in Val di Non. Ha un’enorme capacità di contenere e conservare in atmosfera controllata oltre 10.000 tonnellate di mele (1.050 vagoni) accogliendo 33.870 cassoni. Non stiamo parlando di un magazzino come tutti gli altri, ma del primo (ufficiale) al mondo per la conversazione di questo frutto, ricavato in una parte di miniera sotterranea ora dismessa. Nato per iniziativa di Tassullo spa e Melinda la cui sede dista poche centinaia di metri, occupa uno spazio largo 15 metri, alto 50 e si sviluppa sui 140 metri di una galleria più ampia, lunga ben 17 chilometri.

Ma oltre a offrire spazi considerevoli per la conservazione delle mele, il magazzino è altamente sostenibile dato che consente un minore consumo di 27.000 metri cubi di acqua annui, pari a 10 piscine olimpioniche, riduce di 40.000 chilogrammi l’anno le emissioni di anidride carbonica, l’equivalente di quanto riesce a fare, con il proprio lavoro, un bosco di 50 ettari.

«Dovevamo trovare un modo per conservare le mele e, dopo una serie di studi approfonditi, abbiamo deciso di cercare di sfruttare il comportamento geotermico della dolomia, la roccia presente nella grotta», – ha spiegato il direttore di Melinda, Luca Granata.

Una roccia impermeabile ai gas in grado di mantenere costante il rapporto tra ossigeno, azoto e anidride carbonica nell’ambiente. E che funziona da intercapedine termica dato che una volta portata la cella dai 10 gradi della roccia alla temperatura di 1 grado è sufficiente una minima quantità di energia per mantenere la temperatura costante e consumare oltre il 60% in meno che con una cella frigorifera.

 

Una forma di conservazione delle merci deperibili che ricorda quello che fecero gli abitanti di Kaymakly in Cappadocia nel VII secolo dopo Cristo e che può essere replicata in varie parti del mondo. «L’idea è quella di costruirne, nei prossimi anni, altre quattro, sempre qui», ha chiosato Granata.

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