Dall'università di Rhode Island il rimedio alla scomparsa delle barriere coralline: trapiantare rametti di corallo sulle barriere
Basta trapiantare rametti di corallo rotti sulle barriere coralline perché questi nel giro di qualche anno formino nuovi grandi coralli adulti, del tutto reintegrati nella barriera. Il metodo è stato studiato dal ricercatore dell’università di Rhode Island, Graham Forrester, ispirandosi al procedimento usato per piantare talee (rametti di una pianta messi a germogliare). Secondo quanto riferito sulla rivista Restoration Ecology, questa tecnica è stata testata con successo al largo delle Isole Vergini britanniche le cui barriere coralline sono messe a dura prova dalle tempeste. Gli esperti hanno piantato rametti di corallo danneggiati, scoprendo nel giro di pochi mesi che molte di queste microcolonie attecchiscono a perfezione e in alcuni anni riescono a formare nuovi grandi banchi corallini. Trovare misure urgenti rimane comunque uno degli obiettivi dei ricercatori perché oltre 9 mila barriere coralline in tutto il mondo, dicono gli scienziati, inizieranno a morire quando i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera raggiungeranno la concentrazione di 560 parti per milione. Al momento questa concentrazione è di 388 ppm, ma si stima raggiungerà le 560 ppm per la fine del secolo. L’allarme lanciato dagli scienziati è che le barriere coralline sono condannate a scomparire quasi totalmente, considerando che la loro salute è legata alla crescita delle temperature e all’acidificazione degli oceani, oltre che allo sviluppo delle coste, all’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche e all’inquinamento. Dal 1950 è già scomparso il 20% delle barriere coralline, un altro 20% è a rischio di collasso, mentre il 58% è minacciato dalle attività umane (di cui l’80% nel Sudest asiatico).