Wise Society : Bicchieri di carta usa e getta, in Inghilterra finalmente riciclabili

Bicchieri di carta usa e getta, in Inghilterra finalmente riciclabili

di Redazione Wise Society
22 Luglio 2013

Miliardi di contenitori usa e getta per bevande finiscono in discarica ogni anno. In Gran Bretagna ora vengono riciclati con un procedimento innovativo. L' Italia, invece, è alle prese col problema delle capsule da caffè

In Italia non hanno ancora invaso le nostre strade. Negli Usa e in Gran Bretagna da molti anni fanno parte del paesaggio urbano. Delle discariche, invece, ancora per poco, perché è proprio in Gran Bretagna che è appena stato inaugurato dalla Regina Elisabetta il primo impianto al mondo di riciclaggio delle enormi tazze di caffè usa e getta.

Fino ad oggi, il 5% di materiale plastico contenuto nelle tazze di carta le rendeva inadatte al riciclaggio, e nella sola Gran Bretagna 2,5 miliardi di contenitori finivano in discarica. La tecnologia messa a punto dopo quattro anni di ricerche dall’azienda James Cropper Speciality Papers permette invece di separare la plastica – che lo rende impermeabile e resistente – dalla carta, che viene riutilizzata per produrre carta di altissima qualità. Il procedimento messo a punto ammorbidisce il contenitore in una soluzione di acqua calda che riesce a separare la plastica dalla carta. La prima viene polverizzata e riciclata, mentre nella vasca di lavorazione rimangono acqua e polpa, che depurata dalle impurità viene ri-avviata come materia seconda alla produzione di carta di alta qualità e imballaggi.

In Italia – dove il caffè da passeggio non ha ancora attecchito e resiste l’abitudine a berlo al bar nelle tazzine – si consumano invece una grande quantità di bicchierini di plastica utilizzati dalle macchinette da ufficio e di capsule, che hanno sostituito la moka in molte case. I primi sono riciclabili da circa un anno in molte migliaia di Comuni, grazie a un accordo raggiunto tra Corepla (il Consorzio per il recupero e il riciclo della plastica), Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che li ha strappati agli inceneritori e alle discariche insieme a piatti e bicchieri usa e getta. Le palette per lo zucchero, invece, insieme alle altre posate di plastica durevole, sono ancora destinate ai rifiuti indifferenziati.

La nuova sfida riguarda le capsule o cialde. Si calcola che ne vengano usate un miliardo l’anno. Le complessità del processo di riciclaggio e della logistica del loro recupero  rendono difficile un approccio standardizzato al riciclaggio. Ci sono cialde in plastica, cialde in alluminio, ecocialde riutilizzabili, tutte mescolate a resti di caffè che se riusati potrebbero servire per produrre compost. Una notissima azienda multinazionale con sede in Svizzera punta a raccogliere entro il 2013 il 75% di tutte le capsule vendute nel mondo, grazie all’allestimento di punti di raccolta dove i consumatori possono riportare quelle usate. E in Francia, dove i centri di smistamento e selezione non sono sempre in grado di trattare imballaggi di piccole dimensioni, hanno sperimentato un sistema elettromagnetico che separa imballaggi di alluminio di piccole dimensioni da altri tipi di rifiuti, consentendo così di riciclare le capsule. Per ora aziende ed enti procedono dunque in ordine sparso, in attesa di una normativa unica che regoli un settore che vedrà un sicuro aumento delle quantità nei prossimi anni.

 

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