Wise Society : Aziende green, ma non abbastanza

Aziende green, ma non abbastanza

di Francesca Tozzi
4 Febbraio 2013

Nella classifica delle 100 aziende più sostenibili nel mondo, presentata di recente a Davos, l'Italia non compare. Esce di scena Intesa Sanpaolo che l'anno scorso occupava il 96esimo posto

L’attuale sistema economico ha rivelato ormai tutti i suoi limiti a livello globale e non è più sostenibile per l’ambiente. L’alternativa si chiama “capitalismo pulito” e prevede che le grandi multinazionali mettano in atto pratiche in questa direzione.

L’Italia non fa una bella figura, almeno a giudicare dall’ultima edizione del “Global 100 Most Sustainable Corporations in the World”, la classifica delle 100 aziende più sostenibili al mondo, classifica dove non compare alcuna azienda del Belpaese. Non è sempre stato così: la banca Intesa Sanpaolo nel 2011 occupava il 73esimo posto poi nel 2012 è scesa al 96esimo; non è un gran posizionamento ma si tratta comunque dell’unica presenza italiana all’interno del gruppo.

Questo non significa che nel nostro Paese non ci siano realtà virtuose che si sono fatte notare per il tentativo di ridurre l’impatto ambientale – Gucci e Barilla, per fare un esempio – o che questo tema non sia stato studiato. Il Global 100, però, i cui risultati vengono di anno in anno presentati al World Economic Forum di Davos, rappresenta oggi il più importante strumento di monitoraggio per quanto riguarda la sostenibilità aziendale. Suo obiettivo è individuare i leader cioè le società più green evidenziando un gruppo selezionato: cento aziende che, nel loro complesso, danno lavoro a 5,3 milioni di persone e hanno fatturato 3 trilioni di dollari.

Umicore, società belga di materiale hi-tech, guida la classifica di quest’anno in particolare perché la maggior parte del suo fatturato deriva dalle tecnologie pulite. Seguono Natura Cosmeticos (Brasile), Statoil (Norvegia), Neste Oil (Finlandia) e Novo Nordisk (Danimarca). Il Nord Europa è da sempre più attento alle questioni ambientali rispetto agli altri Paesi dell’Unione. L’edizione 2013 vede però trionfare l’America: ben dieci aziende su 100 sono canadesi mentre altre dieci sono statunitensi. Francia, Australia e Gran Bretagna hanno nove aziende a testa in classifica. D’altra parte l’Australia occupa anche prima posizione, quinta, settima e nona nella top ten, stilata dall’Economy Intelligence Unit e pubblicata dall’Economist (Liveability Ranking 2012), relativa alle dieci città in cui si vive meglio nel mondo.

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