Wise Society : Troppi rifiuti sull’Everest: è allarme

Troppi rifiuti sull’Everest: è allarme

di Redazione Wise Society
28 Marzo 2014

In arrivo 24 progetti per una montagna più sostenibile e un inceneritore ecologico ad alta quota

Ogni anno gli alpinisti che si avventurano sull’Everest producono 55 tonnellate di rifiuti tra tende, corde, vari tipi di plastiche, rifiuti organici e materiale ignifugo come bombole di ossigeno e latta. Il governo nepalese per cercare di correre ai ripari, ha recentemente emanato una legge che impone a ciascun turista di riportare al campo Base 8 kg di spazzatura. Il lavoro dell’inceneritore ecologico installato a Namche Bazar ad alta quota che nel 2013 ha bruciato 18,4 tonnellate, infatti, non sembra essere sufficiente. L’obiettivo ora è arrivare a bruciare 200 kg l’ora, costruendo e realizzando un nuovo modello di inceneritore più efficiente in grado di bruciare un maggior quantitativo di rifiuti/ora, che consumi meno e che sia più semplice da gestire.

Ma sono 24 i progetti di ricerca e formazione presentati di recente a Roma presso la sede del Cobat (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo) dall’Associazione EvK2CNR e dalla Nepal Academy of Science and Technology (Nast) da attuare nel 2014 al Laboratorio Osservatorio Piramide dell’Everest e sulle montagne nepalesi, per una montagna sostenibile. Progetti che hanno la sostenibilità come comun denominatore e che toccano diversi temi: qualità dell’aria, modelli previsionali, medicina montagna ambientale e fisiologia, salvaguardia della biodiversità, disponibilità e qualità della risorsa idrica, fino all’installazione di una nuova stazione sismica presso il Laboratorio Piramide.

Durante la presentazione dei progetti è stato anche proiettato il filmato sulla Top Recycling Mission intrapresa lo scorso settembre da Cobat e EvK2CNR per sostituire le batterie e i moduli fotovoltaici del Laboratorio osservatorio piramide. «Abbiamo accolto questa sfida a quota 5.050 metri sul versante nepalese del monte Everest – ha spiegato il presidente di Cobat, Giancarlo Morandi – con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia ambientale di questo paradiso naturale, simbolo di un ecosistema perfetto. Una straordinaria missione all’interno della quale abbiamo messo a disposizione il nostro know how nel campo del recupero e del riciclo di questi rifiuti, nonché le attrezzature di ultima generazione che sono installate: batterie e pannelli fotovoltaici che garantiranno al Laboratorio energia per un nuovo, lungo periodo».

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