Wise Society : Sprechi idrici e alimentazione: il concetto di acqua virtuale

Sprechi idrici e alimentazione: il concetto di acqua virtuale

di Redazione Wise Society
22 Marzo 2017
SPECIALE : La guida per conoscere l’acqua

Nella Giornata mondiale dell'acqua la Fondazione Barilla presenta i dati sullo spreco d'acqua e invita ad una alimentazione più sana e a ridurre le quantità di carne

Ogni secondo, il Pianeta consuma l’acqua necessaria a riempire 131 piscine olimpioniche, con un’impronta idrica pro capite pari a 3.405 litri al giorno. In media il 70% del prelievo totale di acqua dolce è destinato all’irrigazione, mentre l’industria ne consuma il 22% e il restante 8% è dedicato all’uso domestico. Nel nostro Paese il consumo pro capite al giorno di acqua è di 6.115 litri, ben al di sopra della media europea. È questa la fotografia scattata dalla Fondpreazione Barilla for Food & Nutrition in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo che ammonisce sullo spreco d’acqua e sul fatto che seppur molto elevata, la disponibilità di acqua in Italia non è infinita «Dobbiamo migliorare l’efficienza della gestione delle risorse idriche e lavorare sulla nostra domanda di acqua, attraverso un consumo di cibo più sostenibile», sostengono dall’ente.

spreco d'acqua

Spreco d’acqua: l’impronta idrica globale ammonta oggi a 7.452 miliardi di metri cubi di acqua dolce l’anno, pari a 1.243 metri cubi pro-capite, ossia più del doppio della portata annuale del fiume Mississipi, Image by: iStock

Spreco d’acqua e alimentazione: il concetto di acqua virtuale

Cosa c’entra il cibo con lo spreco d’acqua? C’entra perché le nostre scelte alimentari possono abbassare il consumo in maniera significativa di quell’acqua “virtuale” o invisibile non contenuta direttamente nel prodotto. Se è vero che ogni giorno beviamo circa due litri di acqua a testa è anche vero che secondo Fondazione Barilla utilizziamo fino a 5mila litri di acqua virtuale senza accorgercene per alimentarci. L’impronta idrica globale ammonta oggi a 7.452 miliardi di metri cubi di acqua dolce l’anno, pari a 1.243 metri cubi pro-capite, ossia più del doppio della portata annuale del fiume Mississipi. Quindi se tutti ci impegnassimo potremmo raggiungere dei risultati importanti.

Come fare per invertire il trend è presto detto: oltre a fare attenzione a quelle azioni di routine come chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ci laviamo i denti per esempio o ridurre l’uso dello scarico dell’acqua o fare docce più corte (senza contare che le istituzioni potrebbero fare qualcosa per evitare che nel processo di distribuzione dell’acqua ne venga persa e sprecata una buona parte a causa di acquedotti vetusti e condutture mal funzionanti), potremmo ridurre alcuni cibi come la carne. Oppure potremmo adottare una dieta vegetariana o vegana: in questo caso il consumo di acqua virtuale passerebbe dai 1.500/2.600 litri rispetto ai 4.000/5.400 di una dieta ricca di carne.

«Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese dove si registra una disponibilità di acqua tra le maggiori al mondo anche se tale disponibilità non è omogenea nel territorio nazionale, con ampie disponibilità al Nord e percentuali più ridotte nel resto del territorio.  E’ fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche media e altri stakeholder sull’importanza delle nostre scelte individuali perché queste sì, possono fare la differenza per il benessere del pianeta. Adottare la Dieta Mediterranea, privilegiare prodotti di stagione e seguire una dieta variegata e bilanciata, è il primo passo che ognuno di noi può compiere nella vita quotidiana per un più sostenibile consumo di risorse idriche. Non solo in Italia ma nel mondo, perché ogni volta che il cibo viene importato, si importa anche l’acqua contenuta in esso», ha dichiarato Marta Antonelli, Research Programme Manager della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition.

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