Wise Society : Sport , vegetarianismo e veganismo: un binomio possibile

Sport , vegetarianismo e veganismo: un binomio possibile

di Mariella Caruso
30 Giugno 2015

In un libro scritto a quattro mani da una dietista ex atleta, e un ricercatore dell'Università di Pavia, i consigli utili per gli atleti e tante informazioni utili per tutti

Non esiste soltanto una piramide alimentare. Oltre a quella della Dieta mediterranea approvata dall’Inran (oggi Cra-Nut), che in Italia conosciamo molto da vicino, esiste anche la VegPyramid elaborata dalla Società scientifica di nutrizione vegana nel 2006. Su questa piramide alimentare, che ha come elementi le cinque categorie di nutrienti dei vegani (cereali, legumi, verdura, frutta, oli e semi), si basano gli schemi alimentari elaborati da Francesca Bicocca, autrice con Matteo Vandoni, del libro “Alimentazione vegetariana e vegana per sportivi” (Calzetti Mariucci Editore, 176 pagine, 15 €). «Non bisogna, però, farsi fuorviare dal titolo – spiega Francesca Bicocca, dietista laureata in Scienze Motorie e alle spalle tanti anni da cestista -. Il libro, utilissimo per rispondere a quegli sportivi che vogliono seguire una dieta vegana o vegetariana e ha paura che questa possa compromettere le sue prestazioni sportive, è un’ottima lettura anche per chi vuole saperne di più».

I falsi miti dell’alimentazione

Già dall’indice, in effetti, i titoli di alcuni capitoli del manuale attirano l’attenzione. Tra questi quello dedicato ai falsi miti. «Di falsi miti nell’alimentazione ce ne sono tantissimi. I carboidrati, per esempio, sono demonizzati e considerati la causa principale dell’aumento di peso che, invece, è la cattiva alimentazione – sottolinea Bicocca -. Chi decide di seguire una dieta vegetariana o vegana, per esempio, deve fare un uso massiccio di carboidrati ricordando di seguire alcuni accorgimenti: per esempio non consumare farine raffinate di cereali ». Un altro falso mito è quello legato alle proteine. «Non è vero – continua Bicocca – che le proteine migliori sono quelle che arrivano dai cibi animali. A fornirle, di ottima qualità, sono anche legumi, cereali non raffinati (grano saraceno, amaranto, quinoa), frutta secca e semi, germogli, tutti i prodotti derivati dalla soia come tofu, tempeh e seitan».

Alimentazione vegetariana e vegana per sportivi: la genesi del libro

A stimolare Bicocca e Vandoni, ricercatore universitario nonché responsabile scientifico del Laboratorio di Attività Motoria Adattata dell’Università di Pavia e preparatore atletico, è stata la consapevolezza della mancanza di informazioni sulla correlazione tra vegetarianismo, vaganesimo e attività sportiva. 

«Facendo ricerche per la tesi di laurea mi sono resa conto che non c’era materiale specifico sull’argomento in lingua italiana», ammette la dietista. «Essendo cresciuta in una famiglia nella quale il consumo di carne era limitatissimo, e di fatto pesco-vegetariana piuttosto tollerante (se da amici mi servono il ragù, lo mangio), ho ritenuto che un libro potesse colmare alcune lacune».

Chi fa sport può essere vegano?

«Anche se la cosa può suscitare ilarità, ci sono anche body builder vegani – dice sorridendo l’autrice -. È fondamentale, però, fare un’attenta pianificazione della dieta. Che, però, è necessaria anche per i non-sportivi. Diventare vegetariani o vegani, infatti, non vuol dire soltanto eliminare i cibi indesiderati dal proprio menù, ma soprattutto effettuare le corrette sostituzioni». Perché i nutrienti necessari possono essere sostituiti, ma non eliminati. Nello specifico gli sportivi vegetariani «dovrebbero consumare pasti pre-allenamento o pre-gara ricchi di carboidrati, mentre nel post gara sono necessari carboidrati ad alto indice glicemico, alimenti ricchi di proteine come tofu o tempeh e frutta e verdura ricca di antiossidanti».

«Nel caso dei vegani, invece – continua – è necessario integrare il calcio con alimenti che sono ricchi. Inoltre, per questi ultimi, è necessario monitorare la vitamina B12, che si trova solo negli alimenti animali, ed è fondamentale per la sintesi dell’emoglobina e va integrata». Nel volume c’è una parte dedicata proprio agli schemi alimentari». Ma, anche se nel libro ci sono schemi d’appoggio “fai da te”, conclude l’autrice, «è sempre meglio consultarsi con uno specialista».

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