Wise Society : La segale torna in Valtellina per produrre pane ecologico

La segale torna in Valtellina per produrre pane ecologico

di Andrea Ballocchi
9 Dicembre 2017

Al via “Progetto Segale 100% Valtellina”, l’iniziativa che intende riportare la coltura ecosostenibile della segale nella regione lombarda

Unire la bontà del pane con l’attenzione all’ecosostenibilità e alla valorizzazione del territorio. È l’obiettivo del progetto “Segale 100% Valtellina”, iniziativa ideata e promossa dalla Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi della provincia di Sondrio con l’Associazione Panificatori e Pasticceri, con la collaborazione della filiale locale Coldiretti. Non si tratta di una novità, ma di un ritorno della segale nell’area lombarda, la cui coltura era ampiamente praticata in passato.

segale, valtellina, pane ecologico

La segale contiene vitamina E, vitamine del gruppo B, soprattutto acido folico e niacina, oltre che calcio, ferro, magnesio e potassio, proteine ad alto valore biologico, fibra utile per regolare l’intestino e il ciclo del colesterolo nel sangue, foto: Pixabay

La produzione del pane di segale sarà avviata l’8 dicembre, in occasione dell’Artigiano in Fiera (Milano, Rho-Fiera, padiglione 6) e proseguirà fino al 4 marzo, tutti i fine settimana. L’augurio è che la farina di segale possa essee maggiormente disponibile nel prossimo futuro: solo così il pane “100% segale Valtellina” potrà trovare regolarmente spazio nelle ceste dei fornai.

LA COLTURA DELLA SEGALE, TANTO ANTICA QUANTO BIO – Il pane sarà prodotto esclusivamente con farina di segale originaria di questa regione alpina, con una coltivazione cerealicola praticata in modo naturale. Come afferma il segretario dell’Unione, Luca Borzi: «non usiamo prodotti chimici né per la concimazione né per il diserbo». Una scelta favorita anche dal fatto che «la segale è inattaccabile naturalmente da parassiti. Inoltre la semina e la crescita del cereale è molto fitta, quindi non offre spazio per piante invasive. La coltura ha resistito per secoli proprio grazie a queste caratteristiche». Per ora hanno aderito all’iniziativa un solo coltivatore e 15 panifici sparsi tra Sondrio e dintorni. Sarà quindi un progetto sperimentale, ma con il tempo si spera di trovare nuovi aderenti, soprattutto nei coltivatori. Enti e panettieri si augurano che metta… radici, facendo sì che nasca una microeconomia sostenibile in grado di produrre reddito.

La segale, come detto, non è nuova nell’area valtellinese: questo cereale pare abbia trovato spazio qui fin dal periodo compreso tra le Età del Rame e del Bronzo e sia stato coltivato per secoli. Ancora oggi ha un nome proprio in questa zona, conosciuto in dialetto come ségêl o blá. La sua diffusione in Valtellina era talmente ampia e radicata che caratterizzava lo stesso paesaggio, punteggiato dai mulini ad acqua, un tempo molto diffusi anche in quota. Poi, però, nel secolo scorso, attorno agli anni Quaranta le colture cerealicole furono abbandonate e questo segnò anche la fine di un mestiere plurisecolare e produsse una mutazione antropologica e paesaggistica del territorio.

SEGALE, CEREALE SALUTARE – Si spera, allora, che torni a biondeggiare nei campi, anche perché è un cereale salutare: la segale contiene vitamina E, vitamine del gruppo B, soprattutto acido folico e niacina, oltre che calcio, ferro, magnesio e potassio, proteine ad alto valore biologico, fibra utile per regolare l’intestino e il ciclo del colesterolo nel sangue. Inoltre, in virtù del suo basso indice glicemico, è un cereale particolarmente indicato per le persone affette da diabete.

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: ,
Continua a leggere questo articolo: