Wise Society : Pesticidi negli alimenti. Facciamo il punto

Pesticidi negli alimenti. Facciamo il punto

di di Enrica Belloni
14 Luglio 2010

Legambiente ed Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare, hanno fatto il punto sulla presenza di pesticidi sulle nostre tavole. Troppi, dicono i primi. Non c'è alcun allarme per la salute, afferma la seconda. Come regolarsi?

verdura alimento

dani-california-foto: unsplash

Il rapporto annuale di Legambiente sui pesticidi nel piatto non è propriamente tranquillizzante.

Solo il 50% della frutta risulta incontaminata e, a 32 anni dalla sua messa al bando, in un campione d’insalata friulana ricompaiono tracce di DDT . Aumentano i prodotti contaminati da uno o più residui di pesticidi (da 27,5 a 32,7%); salgono anche i campioni irregolari (da 1,2 a 1,5%). Diminuiscono quelli senza tracce chimiche (da 71,3 a 65,8%) e cala il numero dei campioni analizzati, che passano dagli 8764 dello scorso anno, agli attuali 8560.

Nonostante gli sforzi per ridurre l’uso della chimica di sintesi in agricoltura, anche quest’anno la quantità di residui di pesticidi rilevati nei campioni di ortofrutta e derivati risulta eccessivamente elevata. Rispetto allo scorso anno, il rapporto di Legambiente elaborato sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e laboratori zooprofilattici, ha evidenziato una maggiore presenza di campioni che presentano contemporaneamente più residui chimici.

Tra le verdure il 76,4% dei campioni risulta regolare senza residui (erano l’82,9% nel 2009);  45 sono i campioni fuori legge (1,3% contro lo 0,8% dello scorso anno), mentre il 22,3% risulta contaminato da uno (15,8%) o più residui (6,5%, erano il 3,5% nel 2009).

 

«La normativa vigente ha portato a un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (LMR), ha rappresentato un importante passo in avanti», dice Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.  Si registra un lento ma graduale miglioramento rispetto agli anni passati, a testimonianza della maggiore attenzione da parte degli operatori agricoli alla salubrità dei cibi e alle richieste dei consumatori, sempre più favorevoli ai prodotti provenienti da un’agricoltura di qualità. Nonostante ciò, però, risulta ancora troppo alta la percentuale dei prodotti contaminati da uno o più tipi di pesticidi».

«I risultati del rapporto sono però preoccupanti sia per l’aumento dei campioni con multi residui, sia per le criticità risultati doppie in percentuale nella verdura rispetto allo scorso anno», ha dichiarato il presidente del Movimento Difesa del Cittadino Antonio Longo. I consumatori quindi devono osservare le regole di igiene nell’uso di frutta e verdura, educando soprattutto i ragazzi.

Dall’elaborazione dei dati raccolti quest’anno, sono emersi casi particolari di prodotti “multi contaminati”, tra i quali un campione d’uva bianca analizzato in Sicilia contenente 9 diversi residui di pesticidi; un campione di pere analizzato in Campania con 5 diversi residui chimici (clorpirifos, boscalid, etossichina, captan di fenilammina, clozolinate); un campione di vino analizzato in Friuli Venezia Giulia con 6 diversi residui chimici (dimetomorf, boscalid, pyrimetanil, fenexamid, metalaxil, iprovalicarb).

 

Diversi i dati dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che, nella sua relazione annuale sui residui dei pesticidi, rilevati nell’Unione europea nel 2008, dopo una valutazione dell’esposizione dei consumatori europei a tali residui attraverso la dieta evidenzia che il 96,5 % dei campioni analizzati rispetta i livelli massimi di residuo (LMR) dei pesticidi legalmente ammessi nei prodotti alimentari nell’UE.

Solo il 3,5 % di tutti i campioni analizzati  supera i livelli legalmente ammessi (nel 2007 era del 4,2 %). In totale sono stati analizzati oltre 70000 campioni di quasi 200 diversi tipi di alimenti con  metodi di monitoraggio che consentono di individuare fino a 862 pesticidi diversi.

 

tagliare verdure

Foto di Josué AS/Unsplash

Quali sono i cibi a rischio

Residui di pesticidi superiori ai livelli massimi consentiti sono stati individuati con maggior frequenza negli alimenti importati da Paesi non appartenenti all’UE (7,6 %) rispetto ai campioni che avevano origine nei paesi dell’UE (2,4 %).

Dei 2 062 campioni di alimenti per l’infanzia, 76 contenevano tracce di pesticidi, mentre i limiti di legge sono stati superati in appena 4 campioni (0,2 %).

Quanto ai prodotti biologici, gli LMR sono stati superati nello 0,9% dei campioni analizzati. La legislazione UE ammette l’impiego solo di un numero limitassimo di pesticidi nella produzione di alimenti biologici. Non esistono limiti specifici per i prodotti biologici; si applicano gli stessi LMR usati per i prodotti tradizionali.

L’Unità per la revisione della valutazione del rischio dell’EFSA che ha predisposto la relazione, precisa che la presenza di pesticidi negli alimenti, come pure in molti casi il superamento di un LMR, non implica necessariamente timori per la sicurezza alimentare. Nel valutare il rischio per i consumatori, l’EFSA ha stimato l’esposizione cronica (a lungo termine) ai pesticidi contenuti nei principali alimenti che fanno parte della dieta degli europei e l’esposizione acuta (a breve termine) per nove tipi di colture monitorate nel 2008 nel quadro del programma coordinato dell’UE. In entrambi i casi l’EFSA ha seguito un approccio prudente, ricorrendo a presupposti conservativi per stimare l’esposizione ai pesticidi. Nel valutare l’esposizione a lungo termine, l’EFSA ha concluso che nessuno dei pesticidi esaminati desta preoccupazioni per la salute. Per quanto concerne la valutazione dell’esposizione acuta, l’EFSA ha presunto un consumo di abbondanti porzioni di alimenti contenenti i massimi livelli di residui rilevati. Considerando tale peggior scenario, l’EFSA ha dichiarato che per 35 combinazioni di pesticida/prodotto alimentare potrebbe sussistere un potenziale rischio, ma soli in rari casi.

 

Possiamo stare tranquilli? Come difenderci dai pesticidi? Ecco qualche consiglio

–  Non dimenticare i benefici di una dieta ricca di frutta e verdura che hanno il pregio di fornire sostanze capaci di prevenire alcune forme di tumore.

– Varia molto: mangiare sempre la stessa frutta o verdura, oltre a non consentire di godere degli effetti benefici delle sostanze protettive in esse contenute, rischia di favorire l’ accumulo di composti nocivi.

– Punta su frutta e verdura di stagione (la cui coltivazione richiede in genere meno fitofarmaci), meglio se a km zero.

– Lava molto bene i cibi: sbuccia la frutta ed elimina le foglie esterne per la verdura a foglia.

– In alcuni casi può essere utile la cottura.

 

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: , ,
Continua a leggere questo articolo: